Ha ucciso il marito e inscenato una rapina. Si è conclusa con l’arresto di Melina Aita, 62 anni, l’inchiesta sull’omicidio di Antonino Faraci. La donna aveva raccontato di aver trovato il cadavere del marito, accoltellato e colpito alla testa, nella casa dove vivevano a Somma Lombarda, in provincia di Varese. Un racconto con troppe contraddizioni, il suo, che aveva fatto indirizzare i sospetti su di lei. E così la moglie è stata fermata, nella notte di venerdì, dai carabinieri di Varese e Gallarate con l’accusa di omicidio volontario e simulazione di reato. Dopo aver ucciso l’uomo, il 13 aprile, secondo le ricostruzioni degli investigatori, ha inscenato una rapina, mettendo a soqquadro le stanze per depistare le indagini e simulando il furto di una somma di denaro, ed è andata a trovare la figlia cercando di costruirsi un alibi. La svolta è arrivata dopo cinque giorni di indagini, coordinate dalla procura di Busto Arsizio. Questa la ricostruzione definitiva: la donna ha colpito alla testa il marito settantaduenne con un soprammobile a forma di elefantino, infierendo alla fine con tre coltellate. Poi ha nascosto il coltello ed è uscita in auto per andare a trovare la figlia. Al rientro a casa, urlando, ha chiesto aiuto ai vicini.