Il tempo è ormai scaduto, il degrado degli stabilimenti è insostenibile. Da giorni sembrerebbe essere in atto una trattativa segreta tra i soci di acciaierie d’Italia alla ricerca di una soluzione condivisa per il cambio di gestione, in assenza di confronto con le organizzazioni sindacali.
E, come avvertono attraverso una nota stampa congiunta diramata oggi, le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm denunciano ancora una volta la grave e preoccupante situazione in cui versano i siti produttivi dell’ex Ilva, con conseguenze drammatiche sull’indotto e sui 20mila lavoratori.
“È inaccettabile – si legge nel comunicato – che dopo due decreti voluti dal governo per estromettere Mittal, attraverso l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, la situazione e il futuro dell’ex ilva rimangano nella totale incertezza”.
Dunque, rimarcano ancora i segretari generali di Fim, Fiom, e Uilm (Roberto Benaglia, Michele De Palma, e Rocco Palombella), “In assenza di un intervento urgente saremmo alla fermata totale degli impianti. Noi non ci rassegniamo e chiediamo al governo azioni immediate e decisive: non accetteremo decisioni precostituite sul futuro. L’unico riferimento per noi resta l’accordo del 6 settembre 2018”.
Fin ad oggi, chiude infine la nota stampa, “Le lavoratrici ed i lavoratori hanno avuto grande senso di responsabilità: è ora che il governo si assuma le sue e tragga le dovute conseguenze”.
Max