“Dagli interventi di Urso e Giorgetti su Acciaierie d’Italia solo risposte surreali. È stata fatta una sommaria ricostruzione della vicenda dell’ex Ilva con l’obiettivo di giustificare le azioni dell’attuale Governo addossando la responsabilità ai vari Esecutivi che si sono avvicendati dal 2016 a oggi. Non c’è stata nessuna attribuzione di responsabilità al socio privato che in questi quattro anni ha dimezzato la produzione, ha smesso di investire sulle manutenzioni e sulla sicurezza degli impianti, ha collocato in cassa integrazione 3mila lavoratori, non ha rispettato l’impegno al reintegro dei lavoratori in amministrazione straordinaria e non ha completato l’ambientalizzazione. Al contrario ha accumulato un debito verso i fornitori di oltre 2 miliardi, affamando le aziende e lavoratori dell’appalto, ed ha bruciato risorse pubbliche per oltre 1 miliardo”.
Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Abbiamo ascoltato – aggiunge – una giustificazione alla gestione inadeguata sul caro energia e all’impossibilità di un’azienda di essere bancabile: due elementi che sono di esclusiva responsabilità della società. Come denunciavamo, i 680 milioni che dovevano servire per un cambio di governance a maggioranza pubblica sono serviti a pagare le bollette, forse. E i 70 milioni del socio privato su quale conto corrente sono stati versati?” Ed ancora, “Per la seconda volta abbiamo ascoltato – continua Palombella – nonostante le smentite fatte negli incontri a Palazzo Chigi del 27 settembre e del 20 ottobre, che esiste un Memorandum segreto che regala al socio privato 2,2 miliardi di euro senza ricevere nessun impegno per il futuro dell’ex Ilva”.
“È da quattro anni – prosegue il leader Uilm – che ci sentiamo dire che lo stabilimento di Taranto per avere un futuro ha bisogno del rifacimento dell’Afo 5, ma quando iniziano i lavori? Inoltre abbiamo scoperto che Afo1 e Afo2 per poter continuare a marciare hanno bisogno di un semplice revamping, peccato che ne tengono fermo uno da agosto e che a fine 2024 in ogni caso entrambi cesseranno la loro attività”. Dunque, conclude Palombella, “Noi continuiamo a chiedere le audizioni parlamentari per spiegare ancora una volta la reale condizione degli stabilimenti e il 7 novembre ci presenteremo a Palazzo Chigi per conoscere, ci auguriamo, la verità”.
Max