(Adnkronos) – “Il fatto che un grande Paese con una lunga tradizione democratica abbia cambiato posizione su questo tema sfida anche il mondo intero”. Lo sottolinea la Pontificia Accademia per la Vita presieduta da mons. Vincenzo Paglia a proposito della sentenza della Suprema Corte Usa che ha abolito il diritto all’aborto.
La Pontificia Accademia per la Vita sottolinea che “dopo 50 anni, è importante riaprire un dibattito non ideologico sul posto che la tutela della vita ha in una società civile per chiederci che tipo di convivenza e società vogliamo costruire”.
Mons. Paglia afferma in una nota: “Di fronte alla società occidentale che sta perdendo la passione per la vita, questo atto è un forte invito a riflettere insieme sul tema serio e urgente della generatività umana e delle condizioni che la rendono possibile; scegliendo la vita, è in gioco la nostra responsabilità per il futuro dell’umanità”.
La Pontificia Accademia per la Vita si unisce alla dichiarazione dei Vescovi statunitensi sulla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti. “Il parere della Corte – osserva l’Accademia Vaticana presieduta da mons. Paglia – mostra come la questione dell’aborto continui a suscitare un acceso dibattito. Il fatto che un grande Paese con una lunga tradizione democratica abbia cambiato posizione su questo tema sfida anche il mondo intero. Non è giusto che il problema venga accantonato senza un’adeguata considerazione complessiva”.
“La protezione e la difesa della vita umana – considera ancora la Pontificia Accademia – non è una questione che può rimanere confinata all’esercizio dei diritti individuali, ma è una questione di ampio significato sociale. Dopo 50 anni, è importante riaprire un dibattito non ideologico sul posto che la tutela della vita ha in una società civile per chiederci che tipo di convivenza e società vogliamo costruire”.
“Si tratta di sviluppare scelte politiche che promuovano condizioni di esistenza favorevoli alla vita senza cadere in posizioni ideologiche a priori. Questo significa anche garantire un’adeguata educazione sessuale, garantire un’assistenza sanitaria accessibile a tutti e predisporre misure legislative a tutela della famiglia e della maternità, superando le disuguaglianze esistenti. Abbiamo bisogno di una solida assistenza alle madri, alle coppie e al nascituro che coinvolga l’intera comunità, favorendo la possibilità per le madri in difficoltà di portare avanti la gravidanza e di affidare il bambino a chi può garantire la crescita del bambino”, conclude la nota.