(Adnkronos) – Torna sul tema della sentenza Usa sull’aborto il senatore della Lega Simone Pillon, tra i parlamentari che più di tutti hanno accolto positivamente la decisione della Consulta americana. “Preciso che quelle che seguono sono mie considerazioni personali – dice oggi all’AdnKronos – . Sul tema aborto dobbiamo considerare che 50 anni fa, quando fu pronunciata la sentenza Roe vs Wade, non avevamo a disposizione la tecnologia ecografica di oggi, e in Italia non c’erano le reti di protezione sociale sulle quali possiamo contare oggi”.
“Oggi sappiamo che quello non è un grumo di cellule, ma un bambino, perfetto, completo – dice il leghista, che è vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza al Senato -. Un essere umano con un cuoricino che batte, manine, piedini, testolina, capace di ascoltare musica e di sorridere alla voce materna. Sento ossessivamente parlare di diritti delle donne: sono donne anche la metà dei nascituri. I loro diritti non contano?”.
Per Pillon “la nostra rete sociale potrebbe venire incontro alle esigenze di chi vive gravidanze difficili, sia sotto il profilo economico che per altre ragioni. Dall’assegno di maternità fino alle forme di sussidio più avanzate, senza dimenticare adozione e affido: tutto potrebbe concorrere al servizio della vita. Basterebbe volerlo”, è il monito del senatore bresciano.
Pillon dà poi i numeri sulle interruzioni di gravidanza in Italia: “Dal 1978 ad oggi abbiamo perso a causa dell’aborto circa 6 milioni di connazionali, cui vanno aggiunti i figli che sarebbero nati da loro, che secondo recenti e autorevolissimi calcoli ammontano a circa 100mila ogni anno. Se si considera che l’immigrazione incide per soli 59mila nuovi nati, non possiamo che dar ragione a Feltri quando dice che la denatalità è anche colpa della legge 194”. “Pian piano però la mentalità sta cambiando. Ci vorrà tempo, ma son sicuro che tra qualche anno l’aborto di Stato sarà solo un brutto ricordo”, conclude l’esponente del partito di Matteo Salvini.