(Adnkronos) – “Possiamo definire lo sport quale fattore strategico di crescita dell’intero Paese? Direi di sì, nella misura in cui lo considero al tempo stesso uno dei fattori principali della struttura delle difese immunitarie sociali, le chiamo così, insieme ad altri elementi indubbiamente importanti, la scuola, il lavoro, la salute, la cultura è un elemento altrettanto importante dell’economia sociale del nostro Paese. Penso che sia fondamentale acquisire le informazioni, elaborare le analisi che consentono di avere sempre maggiore consapevolezza del fenomeno che si rappresenta. Questo serve non soltanto a conoscere il presente, magari mappando anche i fattori di diseconomie ma anche programmare il futuro e orientare, suggerire, proporre strumenti per le politiche pubbliche”. Queste le parole di Andrea Abodi, Presidente dell’Istituto per il Credito sportivo, alla presentazione dello studio il “PIL dello sport. La dimensione economica dello Sport in Italia”.
“Questo avviene soltanto attraverso anche una ingegnerizzazione delle informazioni, delle analisi dei numeri, quindi molto di più di una semplice raccolta di numeri e la relazione quindi in questo meccanismo integrato di rapporti tra fattori di analisi. C’è il tema del Pil, c’è il tema del ritorno sociale degli investimenti, c’è il tema della qualità della vita che forse è il fattore guida per tutti noi, c’è il tema dell’indice di sportività in particolare, tante analisi che fanno anche altri organismi nazionali e internazionali, governativi e non governativi. Questa quantità enorme di informazioni deve diventare patrimonio comune e diventare la bussola di un percorso ancora complesso, tanto più in una fase come questa nella quale dobbiamo passare dalle parole ai fatti”, ha aggiunto Abodi.
In tutto questo è importante sottolineare il ruolo fondamentale dell’Istituto per il credito sportivo. “Questo ci fa piacere che ce lo riconoscano, molto di più di una semplice banca, molto di più di un semplice erogatore di fiducia finanziaria ma un attore che contribuisce appunto ad acquisire consapevolezza e vale per noi che dobbiamo affidare finanza per il futuro, per i prossimi 20 anni ma vale anche per il sistema che deve orientare le sue scelte sulla base di dati, informazioni oggettive e non di una soggettività che forse spesso porta a confondere l’obiettivo con lo strumento”, ha sottolineato Abodi che poi ha parlato degli obiettivi per i prossimi anni.
“Ripetersi, nel senso che diventerà la giornata di oggi un appuntamento fisso, lo faremo allargando il perimetro della collaborazione perché penso che un altro fattore chiave sia quello di collaborare perché questo è un lavoro necessariamente plurale per le diverse prospettive dalle quali si guarda lo stesso fenomeno, le diverse modalità attraverso le quali si guarda il bene del Paese, quindi al bene delle nostre comunità, quindi ogni anno l’Istituto insieme ad altri attori istituzionali sarà qui per dire come le cose si muoveranno sperando appunto che lo studio di oggi aiuti a migliorare”, ha concluso il presidente dell’Ics.