Nel bailamme di notizie e fatti che, misti a ‘propaganda’, ci inondano quotidianamente dall’Ucraina, oggi quanto riferito nell’abito di un incontro stampa da Dmitry Peskov (nella foto), portavoce del Cremlino, il quale ha annunciato che la Russia ha consegnato al governo di Kiev “Una bozza di un documento, che include formulazioni assolutamente chiare”.
Dunque, ha tenuto e rimarcare Peskov, ora “la palla è nel loro campo e stiamo aspettando una risposta”. E dire che, appena tre giorni fa, Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, parlando con la stampa internazionale aveva assicurato che “nelle recenti settimane non vi era stato nessun contatto con diplomatici russi a livello di ministeri degli Esteri. Gli unici contatti – aveva specificato – sono dei team negoziali che comprendono rappresentanti di diverse istituzioni e membri del Parlamento. Loro continuano le loro consultazioni a livello di esperti, ma non c’è stato nessun colloquio ad alto livello”.
Poi il ministro aveva virato sull’assedio di Mariupol, descrivendo una “situazione terribile”, che “può essere una linea rossa” nei negoziati.
Infatti a detta dei negoziatori di Kiev, il massacro di Bucha ha costituito un fatto a dir poco grave, che ha in parte ‘condizionato’ i negoziati stessi.
Ed è vero ma, va però ‘ricordato’ che nel frattempo il conflitto prosegue, con tutte le sue oscenità ed aberrazioni – e dunque, proprio per evitare altri orrori come quello di Bucha, sarebbe forse il caso che anche il governo ucraino iniziasse a mettere da parte l’orgoglio, per andare incontro alla Russia. Questo non significa ovviamente accettare tassativamente ciò che viene proposto ma, almeno di condividere i contenuti della proposta anche con i paesi occidentali, visto il continuo apporto che questi stanno dando al conflitto…
Max