Per numeri e sforzo produttivo parliamo di un’opera colossale che, in 5 anni di riprese effettuate in 70 paesi differenti della terra (per circa 16mila differenti location), ha coinvolto qualcosa come 60mila persone (2.600 delle quali ‘arruolate’ come attori). Quindi, poi tradotta in 37 lingue, ora è pronta per essere ammirata in 52 episodi da 30 minuti ciascuno.
D’altronde non potrebbe essere stato diversamente, realizzare questo sontuoso ‘Il VideoCatechismo della Chiesa Cattolica‘ (in formato 4K), oggi alla Mostra del Cinema di Venezia, opera patrocinata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione del Vaticano, e presentata dal regista Gjon Kolndrekaj, affiancato dalla produzione CrossInMedia Group di Tania Cammarota e Gjon Kolndrekaj), all’interno dello Spazio Fondazione Ente dello Spettacolo.
Nel corso della presentazione il Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo, Davide Milani, spiegando la trasposizione filmica delle circa 1.200 pagine di cui constano le scritture dall’Antico al Nuovo Testamento, ha affermato che “Noi di Fondazione abbiamo una missione ricercare quel minimo comun denominatore nella figura di uomo e donna al centro dell’antropologia cristiana. Non attraverso cinema necessariamente confessionale, ma con storie potenti che trattano temi profondi. E questo è il VideoCatechismo della Chiesa Cattolica: incredibile, spirituale, toccante”.
Come dicevamo, oltre che attraverso i canali televisivi, questo ‘VideoCatechismo’ sarà proposto anche attraverso un cofanetto – in digitale – contenente 4 libri illustrati; ben 15 Dvd negli store del Gruppo Editoriale San Paolo; è online per mezzo di app, e-commerce, audiobook, ecc.
Un tempo le statue ed i dipinti, oggi la tecnologia
Come ha tenuto a sottolineare nel corso della presentazione il Patriarca di Venezia – e presidente della CEI Triveneta – Monsignor Francesco Moraglia, “Il VideoCatechismo è un modo inclusivo di porre domande su Dio e sull’Uomo, non fermandosi a una sola religione. È dire la Fede, oggi. Le cattedrali, le statue, i dipinti sono tutte catechismi del passato, ora utilizziamo gli strumenti tecnici di cui siamo a disposizione. È l’inizio di un percorso da cui la società può ripartire, nel dire la verità con amore e l’amore con verità”.
Riguardo poi alle origini di questo ambizioso progetto, ha spiegato Claudia Di Giovanni, che cura la comunicazione della Santa Sede, “Abbiamo conosciuto il regista Gjon Kolndrekaj tanti anni fa. Ricordo il momento in cui ci ha parlato di questo progetto titanico. Ma ora che il progetto ha visto la luce si vede tutta l’immensità di un lavoro che coniuga spiritualità, universalità e culture“. La Di Giovanni ha poi tenuto a precisare quanto tale opera possa essere importante anche “per i giovani, poter accedere alle storie del catechismo raccontate per immagini, attraverso una storia che parla la loro lingua”.
Dal canto suo il regista Gjon Kolndrekaj ha tenuto a sottolineare il ruolo svolto dal ‘linguaggio delle immagini’: “Di solito noi registi non siamo bravi a parlare ma giochiamo con le immagini per costruire emozioni. Ci vuole semplicità, capire l’essenziale e raccontare storie con il giusto linguaggio”.
Segnaliamo infine che, sempre nell’ambito della Mostra del Lido, Gjon Kolndrekaj ha ricevuto la Palma d’Oro d’Assisi PAX (consegnatogli da Padre Gian Maria Polidoro), a testimonianza della sua devozione e del suo grande spirito umile.
Max