A ROMA MORTO GIOVANNI BERLINGUER

Ha riaperto stamani in Campidoglio, a Roma, la camera ardente di Giovanni Berlinguer, studioso e parlamentare del Partito comunista morto ieri nella capitale a 90 anni. La Sala della Protomoteca con il feretro resterà aperta fino alle ore 20. Domani all’Università La Sapienza i funerali di Giovanni Berlinguer, fratello dello storico leader del Pci Enrico. Nato a Sassari nel 1924, fratello del segretario del Pci Enrico Berlinguer, medico e professore universitario, Giovanni Berlinguer è stato parlamentare del Pci a partire dal 1972, ma un ruolo di primo piano sulla scena politica lo ebbe in tarda età. Fu quando nel 2001, a 77 anni, si candidò alla segreteria dei Ds come leader della corrente di sinistra. Ebbe il 34,1 per cento dei voti, un risultato ragguardevole che andò al di là delle previsioni. Vinse poi Piero Fassino (che oggi lo ricorda come ” intellettuale raffinato sempre pronto al dialogo” ), ma al congresso di Pesaro Berlinguer fece un discorso che a distanza di quasi 15 anni suona incredibilmente preveggente: “Nel partito – disse dal palco – ci sono episodi e situazioni di anomalie della dialettica congressuale che vanno corrette subito. Da qui ad avere forme di corruzione il passo è breve”. Da allora e fino al 2007, anno di nascita del Pd, fu lui il leader del “correntone”, che raccoglieva tutta la sinistra interna. Fintanto che esistettero i Ds , Berlinguer fece di tutto per evitare la scissione dell’ala sinistra. Ma dopo la nascita del Pd lasciò il partito e aderì a Sinistra Democratica di Fabio Mussi. Fino al maggio 2009 Giovanni Berlinguer fu deputato al Parlamento europeo di Strasburgo. La scomparsa dI Berlinguer ha colpito il mondo della sinistra che vedeva in lui un punto di riferimento, ma il cordoglio trascende le appartenenze politiche. Tra i primi a esprimere il dolore per la scomparsa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricordato la “limpida figura” di Giovanni Berlinguer, “personalità brillante e dotata di alto senso morale”. e di “profonda umanità”. Matteo Renzi lo ha ricordato come “l’affilata coscienza critica della sinistra italiana ed europea”, mentre Giorgio Napolitano ha richiamato gli anni dell’impegno comune nel Pci e “il suo forte contributo alla elaborazione della riforma sanitaria del 1978”. “Era una persona di sinistra mite ma combattiva – ha detto il leader di Sel Nichi Vendola – curiosa del futuro, non sopportava i pregiudizi. Una bella persona”. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha messo in evidenza la sua “grande dignità”. “Berlinguer – ha detto Grasso – ha portato in politica e nelle aule parlamentari il rigore etico dell’uomo di scienza”. Massimo D’Alema lo ha ricordato come “un protagonista della vita e delle battaglie del Pci”. Commosso il ricordo dell’ultimo segretario del Pci Achille Occhetto e di sua moglie Aureliana: “Berlinguer ha saputo attraversare i tortuosi sentieri della politica con la serenità illuminata dell’uomo di scienze e la mitezza fondata su ostinati e saldi principi”. Per la leader della Cgil Susanna Camusso Berlinguer è stato “un uomo giusto, un fine politico, un uomo sempre vicino al sindacato e ai lavoratori”. A rendergli omaggio nella camera ardente allestita al Campidoglio, tra gli altri il sindaco di Roma e l’ex segretario del Pd Walter Veltroni.