(Adnkronos) – La bella notizia corre rapida, sui social, alla velocità della luce: a Roma esiste un posto meraviglioso, forse unico, nuovissimo e immacolato, dove l’asfalto è liscio e le panche sono di marmo lucido e levigato. E non importa che in questo weekend si siano sfiorati i 40 gradi, l’occasione è troppo ghiotta per farsela sfuggire. Così molti giovani che hanno partecipato al World Street Skateboarding Rome 2022 hanno preso il loro monopattino e si sono precipitati nella nuova area pedonale di via Puglie, inaugurata nemmeno un mese fa fra le due scuole Regina Elena e Buonarroti, e si sono esibiti con le tavole in un post evento simil sportivo, dopo le gare ufficiali della scorsa settimana al Colle Oppio, in acrobazie che di ‘virtuoso’ – hanno detto all’Adnkronos i residenti indignati – hanno avuto soltanto il fatto di danneggiare, probabilmente una volta per tutte, le panche di marmo che fino a un minuto prima brillavano al sole.
“Saranno stati ragazzi di nemmeno 18 anni, quelli che ieri e il giorno prima si divertivano in via Puglie e che provenivano dalla Gran Bretagna e dai Paesi Bassi. Di fronte all’arrivo della Polizia Municipale hanno mostrato lo stupore di chi è abituato diversamente, perché nei loro Paesi tutto ciò che hanno fatto ‘è consueto’, come hanno spiegato”, hanno raccontato alcuni cittadini del quartiere. “Evidentemente, da loro è normale danneggiare il marmo delle panche appena inaugurate e che in teoria servirebbero ad abbellire un’area riservata agli studenti all’entrata e all’uscita di scuola”, ha commentato un passante che si è fermato a osservare la scena dell’intervento della Polizia Municipale, evidentemente chiamata da qualche residente.
“Ma se ciò che hanno fatto è ‘normale’ come dicono – ha aggiunto – perché allora molti di loro se la sono data a gambe levate appena sono arrivati i vigili? Perché non hanno esibito loro subito i documenti quando glieli hanno chiesti? Perché si sono rifiutati di aprire i propri zaini? Perché chi ha detto di non avere appresso il passaporto non ha voluto andare assieme alle guardie a prenderlo in albergo?”.
Si diceva della rapidità con la quale si diffondono certe belle notizie, ma si dovrebbe parlare – come ha fatto notare un altro testimone – anche della velocità con la quale “alcuni giovani stranieri si adattano al permissivismo che c’è qui da noi e che dalle loro parti probabilmente è invece meno riscontrabile. Questa forma di adattamento immediato ai nostri usi e costumi – ha spiegato – si nota nell’atteggiamento totalmente disinvolto di chi dice ‘no’ a una richiesta di un pubblico ufficiale, con una naturalezza che lascia sconcertati”. Così come fa restare senza parole, dalla parte opposta, ha rilevato lo stesso cittadino, “la mancanza di mezzi di chi interviene per fermare uno scempio: i vigili hanno le mani legate, non spiccicano una parola di inglese, non riescono neanche a chiedere un documento, non possono intervenire tempestivamente”. Questo, ha spiegato la Polizia Municipale, “perché la città è al momento piena di altri problemi a cui fare fronte, non ultimi gli incendi”. E poi i numeri, ha voluto sottolineare il passante: “Due agenti per fermare chi corre di qua e chi di là, valli a ritrovare quelli che si sono allontanati. Si fermano soltanto coloro che restano, chi è titubante e non ha preso il ‘fugone'”.
“Per scoprire chi sono i responsabili dei danni, dobbiamo identificare chi li ha compiuti materialmente”, hanno affermato i vigili, sottolineando che la flagranza di reato è una cosa “estremamente precisa” e che non bastano video che ritraggono generalmente ragazzi che scivolano con i loro skateboard: “Siamo sicuri che sono stati quelli di oggi? Oppure sono stati i ragazzi di ieri?”. “Intanto ci sono quelli di oggi”, ha osservato il cittadino, “poi si cercheranno anche gli altri, ma sarebbe giusto che per il momento un’indagine fosse avviata, e che qualcuno pagasse: se non si comincia a ragionare in questo modo, saremo sempre in ritardo, saremo costretti tutte le volte a rincorrere, e non riusciremo mai a ottenere ragione e a far ritornare la nostra strada nuova come prima. Una cosa è certa – ha concluso – Per ora, e chissà per quanto tempo, ci terremo i cocci, ciò che resta dello scempio che hanno compiuto”.
(di Cristiano Camera)