“Chiudiamoci in una stanza, non usciamo fino a notte e troviamo qualcosa da fare insieme piuttosto che far vincere quegli altri“. Quella che fino a poco tempo fa al Nazareno avrebbe suonato come ‘una proposta indecente’, ora attraverso la grinta e l’apparente buona fede’ della neo segretaria, per le opposizioni suona invece come un’invitante opportunità.
Così Eddy Schlein ha conquistato la platea del congresso della Cgil a Rimini dove, con grande trasporto, affrontando Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Carlo Calenda, ha rilanciato la proposta di un fronte comune, riscuotendo fragorisi applausi di consenso.
Come ha tenuto a rimarcare la numero uno del Nazareno, “Noi non siamo qui a fregarci tra noi qualche voto, ma a interrogarci dove si è spezzato un filo tra politica e elettori, per cui il 60% non va a votare. E partendo da qui, provare insieme a costruire un’alternativa. Il confronto fatto qui oggi lo dobbiamo proseguire su tutti i temi d’opposizione“.
Una proposta che senza troppe ‘snobberie’, sia Conte che Fratoianni trovano subito allettante. Se infatti, condividendo, il leader penta stellato, salario minimo in primis, parla di “patto delle opposizioni“, il numero un di Sinistra Italiana immagina già di vederla: “una piattaforma dei diritti civili e sociali da cui far partire una battaglia comune in Parlamento e nel Paese”.
Premessa la figura – assente- di Renzi, la ‘chiamata’ della Schlein trova nel Terzo Polo un ‘imbarazzato’ Carlo Calenda che, costretto a dire la sua domanda: “Con voi potrei governare? No“. Un atteggiamento ‘circospetto’ che certo non allieta la calda atmosfera della platea riminese, pronta a contrassegnare negativamente ogni tentativo distensiva di Calenda il quale, dopo aver ‘avvertito alla romana’ che “La patrimoniale? Occhio che se famo male tutti quanti…“, sceglie alla fine di mantenere un atteggiamento ‘possibilista’ azzardando che “Ci sono differenze profonde, ma provarci è un dovere…“.
Max