Dopo ben 80 anni arrivano le scuse ufficiali degli atenei italiani per le leggi razziali. Ad aprire la cerimonia le parole di Paolo Mancarella, rettore dellUniversità di Pisa: “LUniversità, ottanta anni fa, obbedì. Oggi, invece, dobbiamo avere la forza di non obbedire mai più”. Le scuse, a nome di tutto il mondo accademico italiano, sono rivolte alla comunità ebraica.
Era il 5 settembre del 1938, quando nella Tenuta di San Rossore, a Pisa, il re Vittorio Emanuele III firmò il primo provvedimento in difesa della razza con il quale ebbe inizio la discriminazione degli ebrei e lespulsione, da scuole e università, di migliaia di studenti e professori. I rappresentanti degli atenei di tutta Italia si sono quindi dati appuntamento nel cortile del Palazzo della Sapienza, a Pisa, per partecipare alla Cerimonia del ricordo e delle scuse. Il primo vero appuntamento, da allora, per chiedere perdono in maniera ufficiale.?”Qui, molti anni fa, sono avvenute cose che non sarebbero mai dovute accadere. E noi vogliamo ricordarlo – ha proseguito il rettore – Ci sono vite che, a partire da questo luogo, sono state sospese, stravolte, distrutte. La parola scuse che abbiamo dovuto usare solo per far comprendere la nostra intenzione, è eloquente ma, al contempo, inappropriata e inadeguata. Che cosa dà a noi, a me, il diritto di pronunciare oggi parole così nette e risolute, comè necessario a un proposito di risarcimento morale e civile? Niente e nessuno. Quel che penso è che noi, oggi, sentiamo il dovere di farlo pur senza averne il diritto. Il tempo, lunghissimo, trascorso ci dà un vantaggio, non un diritto”.
Mancarella ha voluto anche rivolgere un messaggio alle generazioni future: “La moralità degli studenti e dei docenti che allora subirono lingiustizia ci guidi nel ricordo, nella riparazione, nella ricostruzione delle virtù civiche oggi necessarie alla resistenza contro tutte le discriminazioni, anche quelle del nostro tempo. Noi non dobbiamo obbedire mai più a ciechi intendimenti che calpestino la ragione e annullino la dignità delluomo”.?Alla cerimonia ha partecipato anche Noemi Di Segni, presidentessa delle Comunità ebraiche italiane. “Ottantanni rappresentano per i demografi la durata di unintera vita e di tre generazioni. Per noi tutti uneternità – ha affermato – Tanto abbiamo atteso per ascoltare queste parole nel nostro Paese. È vero, anche se fossero state pronunciate il 26 aprile del 45, allindomani della liberazione così anelata, non avrebbero restituito vite spezzate, speranze abbandonate, dignità di cittadinanza sottratta, attestati di appartenenza ad una comunità scientifica negati, orgoglio di essere italiani svaniti”. Linvito è soprattutto a un intervento concreto allinterno dei luoghi del sapere: “Lappello è di accogliere e condividere anche nel mondo universitario, nelle prassi e regolamenti interni, la definizione operativa di antisemitismo elaborata allInternational Holocoust Remebrance Alliance, adottata dal Consiglio dEuropa e dal Parlamento europeo con invito agli Stati membri di recepirla e di attivarsi nella lotta contro ogni forma di antisemitismo”. E ancora: “È importante oggi non solo studiare la storia, e saper dire a voce alta questa è verità, questo è accaduto a cittadini italiani, questo è successo nel nostro Paese, questi furono i comportamenti dellaccademia e della comunità degli scienziati, ma anche sapersi porre rispetto agli eventi passati con la propria coscienza e saper trasmettere una ferma convinzione a chi tentenna, a chi desidera essere parte dellaccademia italiana. È importante oggi tradurre la vostra solenne dichiarazione in fatti, in un percorso che guardi al futuro attivando corsi e studi sulla cultura ebraica”.Hanno voluto lasciare un messaggio, pur non essendo presenti, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dellIstruzione, Marco Bussetti. “Con questa cerimonia non state facendo memoria rituale del passato – ha osservato Bussetti – State prendendo una posizione rispetto a uninaccettabile vicenda di discriminazione avvenuta allinterno e con la complicità del nostro sistema di istruzione e formazione”. Per il ministro istituti scolastici e atenei devono essere luoghi di uguaglianza: “Con questo atto stiamo dando ai nostri giovani una fondamentale lezione di vita, che non è mai troppo tardi per imparare dagli errori”.?Al termine degli interventi è stata scoperta una lapide che riporta la data del 5 settembre del 1938 e quella del 20 settembre 2018 e che resterà per sempre esposta nel cortile della Sapienza, a Pisa, come monito per non dimenticare. In aula magna si sono poi aperti i lavori della conferenza internazionale A ottantanni dalle leggi razziali fasciste: tendenze e sviluppi della storiografia internazionale sullantisemitismo e la Shoah. Dopo il saluto del presidente della Conferenza dei rettori, Gaetano Manfredi, che ha voluto ricordare che le leggi razziali “sono state una profonda ferita per il mondo accademico perché tradirono la missione autentica delle università che è quella di tutelare tutte le culture”, anche un intervento video della senatrice a vita, Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento. “Dispiace non aver potuto essere con voi – ha sottolineato Segre – Questa cerimonia ha un altissimo valore simbolico. Non solo perché contribuisce al mantenimento della memoria, ma perché interagisce con la storia riconoscendo per la prima volta, pubblicamente, un errore atroce che fu commesso. È un segnale di grande sensibilità che rende esplicito, pubblico, istituzionale, un dovere morale che per fortuna oggi è diffuso allinterno dellaccademia italiana”.