E’ scontro tra Regione Liguria e società Autostrade. Infatti l’Ente Regione ha già anticipato che chiederà che Autostrade “quantifichi un valore di stima degli immobili che sia almeno il doppio di quello commerciale previsto per la zona interessata dal crollo”: una somma comprensiva del disagio che per ogni famiglia comporterà acquistare un nuovo alloggio. Lo ha annunciato Giacomo Giampedrone, assessore regionale alle Infrastrutture e Protezione civile Giacomo Giampedrone. Intanto per giovedì è in programma un nuovo incontro tra Regione, Comune e Società Autostrade, proprio per discutere degli indennizzi per i cittadini sfollati delle case, che dovranno essere comunque abbattute, o perché inagibili o perché andranno ad interferire con la costruzione del nuovo ponte.
Intanto a sorpresa c’è stato il blitz della Guardia di Finanza di Genova negli uffici del politecnico di Milano e del Cesi, la società che fece lo studio sullo stato del ponte Morandi nel 2016. La perquisizione è legata anche lo scambio di mail (la notte tra il 14 e il 15 agosto) tra il funzionario di Autostrade Enrico Valeri e la responsabile marketing Chiara Murano.
Il dirigente chiedeva l’invio dello studio che la società aveva realizzato nel 2016. Murano rispose aggiungendo che le cause della tragedia potevano essere legate a “vizi del progetto originario”. Oltre all’acquisizione delle comunicazioni con Aspi e la documentazione, gli uomini delle fiamme gialle potrebbero sentire varie persone come testimoni. Intanto Genova è ormai una città a traffico paralizzato: nella Valpolcevera, lungo la viabilità alternativa adottata dopo la caduta del ponte, l’auto è comunque sconsigliata. Particolari rallentamenti sono stati registrati – anche in concomitanza con la riapertura delle scuole – lungo la strada che da Sestri Ponente va a Rivarolo attraversando Borzoli (per il tratto normalmente percorribile in una ventina di minuti occorre più di un’ora) e lungo quella che da Sestri Ponente va verso il centro città. Numerose aziende della Valpolcevera stanno studiando un’eventuale apertura anticipata degli uffici, proprio per decongestionare il traffico tra le 7 e le 9. Al vaglio per alcuni anche la possibilità del telelavoro. Insomma danni a catena, sempre più difficili da quantificare.