È appena partito a Firenze il seminario Design for Opera, organizzato, in collaborazione con Manifattura Digitali Cinema, dal Dida Unifi. Il progetto si avvale della responsabilità scientifica di Debora Giorgi, docente Design al Dida, e della presenza di Luigi Formicola, architetto e Interior Design, di Renato Stasi, Fashion Designer e di Jacopo Spirei, regista di opere liriche che lavora in tutto il mondo, noto per le sue regie particolarmente visionarie, contemporanee, e innovative. L’Opera nasce a Firenze alla fine del XVI secolo e si è rapidamente diffusa prima in Italia e poi in tutta Europa, divenendo, fino ai primi anni del Novecento lo spettacolo popolare, per eccellenza. La musica, le scenografie, i costumi, i cantanti permettevano di veicolare cultura, sentimenti, affetti, rendendo questa forma di spettacolo qualcosa di estremamente moderno che dall’Italia divenne rapidamente globale, un po’ come oggi TV, internet, e media arrivano a tutti noi in ogni parte del pianeta. Nel corso del 900, fino ad oggi, nonostante le sperimentazioni delle avanguardie, soprattutto in Italia, l’Opera sembra essere tornata ad essere uno spettacolo per pochi appassionati ed esperti, venendo meno quella contemporaneità che l’ha resa una forma di spettacolo unica nel mondo.
Cosa può fare il Design per contribuire a rivitalizzare questo settore? Cosa significa oggi portare avanti e innovare nella forma e nelle modalità comunicative questo immenso patrimonio che per oltre quattro secoli ha costituto un elemento di diffusione della cultura e delle idee? Grazie alla presenza di un importante regista come Jacopo Spirei, che usa abitualmente un linguaggio in grado di parlare a tutti, il corso intende indagare la commistione di forme di comunicazione omnichannel e multimedia per veicolare valori, cultura, sentimenti e idee, in cui il ruolo del designer è sempre più vicino a quello del regista. Attraverso la “mise in scène” di un’Opera lirica si sperimenterà la possibilità di creare un dialogo fra teatro reale e digitale. “In questo Seminario è richiesto agli studenti di cimentarsi in una nuova forma di progettazione, mai sperimentata prima, che generi nuove forme di comunicazione e rappresentazione tra reale e virtuale -dichiara Luigi Formicola docente del Seminario e responsabile della parte legata agli allestimenti-. Noi pensiamo che questo nuovo modo di mettere in scena l’opera lirica apra nuovi scenari di fruizione dell’opera stessa e soprattutto nuovi mercati in cui i giovani possano trovare lavoro”.
Per il regista Jacopo Spirei questo Seminario ha un valore rivoluzionario, di nuova visione per i giovani proiettati verso il futuro. “Verdi scrive Nabucco a 29 anni -ricorda Spirei- Mozart per le sue Nozze di Figaro ha 30 anni, Wagner anche lui 30 per Tannhäuser, Rossini 24 per il suo Barbiere di Siviglia, Puccini è già una star mondiale quando a 38 anni scrive Bohème, Bizet scrive la sua ultima opera, Carmen, a 37: si può tranquillamente dire che l’opera è sempre stata scritta da giovani e da giovani ribelli. È la forma d’arte più completa, quella che genera le sfide più grandi e quella che parla più a fondo alla nostra anima. La forza innovatrice e salvifica dell’opera è sempre davanti ai nostri occhi, che a volte, appannati, dimenticano quanta verità ci sia nella musica e nelle storie che l’opera racconta. Oggi è giunto il momento che l’opera, ancora una volta, si vesta da rivoluzionaria e irrompa nelle vite dei giovani e giovanissimi e si lasci trasformare dalla loro passione per inventare il futuro”. Jacopo Spirei, che insegna Opera alla Oslo National Academy of the Arts KhiO, Norway, ha al suo attivo numerosissime produzioni fra cui: Carmen (Macerata Opera Festival), Falstaff (Festival Verdi, Parma); Ermione (Teatro San Carlo, Napoli), Don Giovanni (San Francisco Opera); Elisir d’amore, Falstaff, (Badisches Staatstheater Karlsruhe); Rinaldo (Opera Lombardia).