Ha usato la musica e il ritornello di Renato Rascel per spiegare l’evoluzione del Covid. “Dove andranno a finire i palloncini…” si chiedeva l’attore e cantautore. Dove finiscono i virus respiratori come il coronavirus l’estate si chiede invece Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Pisa e consulente della Regione Puglia per l’emergenza Covid-19.
Una metafora musicale e filosofica per spiegare la più grande piaga che il mondo abbia vissuto negli ultimi anni. Lopalco si è interrogato con un post su Facebook, ha provato a rispondere ad una domanda per niente banale: “Non vi nascondo che la risposta è complicata e credo che la pandemia di Covid-19 ci aiuterà a dare risposte più robuste”, ha premesso l’epidemiologo.
“Il virus circola a bassa intensità ma circola”
Prosegue il suo ragionamento Lopalco sulla sua pagina Facebook: “Sulla stagionalità dei virus respiratori esistono pochi dubbi. Il raffreddore, del resto, si chiama raffreddore per un motivo. In inglese lo chiamano ‘cold’, più chiaro di così. È dunque una malattia legata alla stagione fredda. Il freddo, che predispone ad inoculi virali più consistenti, insieme alla ripresa delle attività al chiuso, fanno aumentare la circolazione e l’espressione clinica di questi virus”.
Ancora: “Quello che osserviamo ora in molte regioni italiane rispetto alla epidemia di Covid-19 è che la attività locale del virus si è praticamente spenta. Grazie alla sorveglianza più o meno attiva vengono rilevati tamponi positivi o in soggetti che probabilmente si sono infettati tempo addietro, oppure sono importati da aree dove la circolazione virale è ancora attiva”.
Poi la conclusione: “Dicono che il virus continua a circolare a bassa intensità, ma circola. Proviamo a scoppiare quanti più palloncini possibile, prima che arrivi l’autunno”. L’invito è quindi quello di tenere alta la concentrazione, di non abbassare la guardia contro un nemico indebolito ma ancora presente.