Questa mattina il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha arrestato otto persone. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta. Quattro sono finite in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Sequestrati beni, tra cui aziende e disponibilità finanziarie, per 7,5 milioni di euro. L’operazione riguarda le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico lombardo.
Dalle indagini, condotte dal Gico e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano, è emerso che il “principale indagato” ha presentato richiesta e ottenuto, per tre delle società “inserite nello schema di frode”, 45 mila euro di contributi a fondo perduto previsti per l’emergenza Covid.
I provvedimenti hanno consentito di smantellare “un sodalizio criminale composto da più soggetti, alcuni dei quali contigui al clan Greco di San Mauro Marchesato”, ha spiegato in una nota il procuratore Francesco Greco. Il clan Greco è “una ‘ndrina distaccata del locale di ‘ndrangheta di Cutro (Crotone), operante anche sul territorio lombardo”.
È stata svelata anche una “complessa frode all’Iva nel settore del commercio di acciaio, attuata avvalendosi di una fitta rete di società ‘cartiere’ e ‘filtro’, formalmente rappresentate da prestanomi”. Le imprese erano gestite dal “clan di San Mauro Marchesato, che fa capo a Lino Greco, cosca federata al noto locale di Cutro facente capo a Grande Aracri”. Sono accusati di autoriciclaggio per mezzo milione di euro attraverso conti anche in Inghilterra e Bulgaria.
Mario Bonito