“C’è una ne*ra di m… che pensa di avere dei diritti. Donna e diritti non dovrebbero stare nella stessa frase, in più ne*ra. Orango. You are black, ne*ra di m…”. Queste sono solo alcune delle frasi che un giovane calciatore del Monregale (Seconda categoria piemontese) ha rivolto ad una donna attraverso un video poi reso pubblico.
I fatti risalgono a febbraio, quando il club aveva deciso di sanzionare il 19enne. A distanza di mesi però il video è tornato prepotentemente d’attualità tanto da spingere anche alcuni cantanti come Emma Marrone ed Ermal Meta a metterci la faccia chiedendo la sospensione del giovane calciatore, tornato al centro di un feroce attacco mediatico.
Le scuse di Marco Rossi
Attraverso il suo legale il ragazzo ha provato a spiegare le ragioni che lo hanno spinto a registrare quel video: “Assumiamo oggi una doverosa posizione in ordine all’episodio relativo ad un video privato – commenta il legale Alessio Ghisolfi al portale Unione Monregalese- diffuso ad insaputa del mio assistito e senza alcun suo consenso, su canali social e strumenti multimediali. Questo frame destinato una visione privata, e non pubblica, ha destato clamore, in considerazione dei toni utilizzati, elevandosi a manifesto e programma politico, mentre in realtà si è trattato di una sceneggiatura privata che tale resta”.
Ancora: “Marco, dopo giorni di riflessione trascorsi nel dolore, si scusa oggettivamente ed a prescindere con quanti possano essersi sentiti toccati”. A seguito della nuova ondata di clamore suscitata dal censurabile video è arrivato anche il comunicato del Monregale, la società con cui è tesserato il giovane calciatore.
“La nostra società – spiega il club – si è fin da subito fortemente dissociata dal gravissimo episodio che ha visto protagonista Marco Rossi. Essendo quest’ultimo un suo tesserato, la Monregale ha condannato tale episodio (pur non avendo alcuna rilevanza con l’attività sportiva, ma essendo contrario ai nostri valori etici) e ha fatto quel che poteva, cioè sospendere immediatamente il ragazzo da ogni attività sportiva; sospensione che è tuttora in essere, in attesa di conoscere quali siano i limiti sanzionatori possibili”, spiega la nota.