Parliamoci chiaro, il fatto che sia un presidente del Consiglio a dover annunciare novità e chiarimenti rispetto ad un tema specifico, solitamente ad appannaggio delle responsabilità di uno specifico ministro, non è un bel segnale. Ma dopo quello Bonafede, il ‘caso Azzolina’ (evidenti talloni d’Achille di una maggioranza scricchiolante), è di fatto un tema del quale prima o poi il governo dovrà occuparsi.
Così, dopo l’annuncio di Conte, è seguito quello della ministra: “Dal 14 settembre la scuola riaprirà per tutti quanti. Le linee guida sono condivise con tutto il mondo della scuola. Ci sono le soluzioni e ci sono le risorse per realizzarle. Ci sarà un miliardo in più da stanziare: oltre a questo, ne abbiamo stanziati 4,6 sulla scuola da gennaio a oggi. La scuola non aveva mai visto tanti soldi“.
Scuola, Azzolina: “Prevenzione sempre in primo piano”
Quindi, quanto di più scontato: ”Le scuole dovranno essere pulite, abbiamo investito milioni di euro per prodotti igienizzanti. Dobbiamo mantenere il metro di distanza, dovremo evitare assembramenti e dovremo fare ingressi scaglionati. Faremo formazione del personale scolastico, lavoreremo insieme alla Protezione Civile, faremo comunicazione per famiglie e studenti per comportamenti responsabili e prevenzione”.
Scuola, la Azzolina ‘scopre’ la digitalizzazione
Inoltre ha aggiunto ancora la ministra, evidenziando involontariamente le gravissima lacune del paese rispetto alla digitalizzazione (abbiamo ancora le vetuste planimetrie in carta), ”Abbiamo bisogno di spazio e abbiamo creato un software per capire quanti metri quadrati abbiamo negli edifici scolastici. Ora so quanti metri ho a disposizione, classe per classe”. Dunque, ha aggiunto la Azzolina, “Dobbiamo portare fuori dagli edifici circa il 15% degli studenti“.
Scuola, Azzolina: “Ci sono 3mila edifici da recuperare”
Infine un altro argomento ‘trito e ritrito’ (spunta purtroppo, puntualmente, all’indomani di una scossa di terremoto, o in seguito al crollo di un solaio), l’apporto di “lavori di edilizia scolastica leggera”. Infatti, ha spiegato la ministra, ”Abbiamo ripreso 3mila edifici scolastici dismessi, possiamo recuperarli. La scuola a settembre deve riaprire non solo in sicurezza, deve essere nuova, più aperta e inclusiva”.
Scuola: l’utopia di recuperare per tempo stabili fatiscenti
Anche qui, nonostante la buonafede della ministra, bisognerebbe spiegarle che – proprio in virtù della burocrazia – pensare di poter intervenire in appena due mesi, andando a ‘solidificare’ strutture e stabili fatiscenti, in Italia è quasi fantascienza.
Azzolina: “Pensiamo ad una scuola in luoghi di cultura”
Infine, un annuncio davvero interessante se poi realmente condotto in porto: “Vogliamo fare scuola anche fuori dalla scuola: nei musei, nei cinema, nei teatri. Affinché gli studenti respirino cultura. E perché no, portare anche i bambini più piccoli al parco se il tempo lo consente”. Come abbiamo più volte accennato, chissà che finalmente anche l’Italia non riesca ad allinearsi al grado di civiltà espresso dai paesi scandinavi…
Max