L’Umbria ha vietato l’aborto medico in day hospital. Così ha deciso Donatella Tesei (Lega), presidente della Regione: l’aborto farmacologico potrà avvenire soltanto con un ricovero di tre giorni. “Non è assolutamente un passo indietro” ha dichiarato la Governatrice al Corsera. “La libertà di una scelta sofferta, come quella dell’aborto, rimane. Ma c’è una maggiore tutela per la salute della donna“.
Umbria, perché vietato aborto farmacologico in day hospital. Come avviene, le reazioni
Importante ricordare che in base alla legge 194 l‘aborto prevede il ricovero ospedaliero, lasciando alle Regioni la possibilità di organizzarsi in modo più autonomo.
Nella Regione Umbria, dal 2018, era possibile abortire utilizzando la pillola RU 486 entro la settima settimana di gravidanza, in day hospital e con terapia domiciliare.
Questa possibilità è stata adesso revocata dalla giunta Tesei, con le polemiche da parte della sinistra. “Ho applicato la legge nazionale non per togliere un diritto delle donne” replica Tesei. “Al contrario, da avvocato impegnata nella tutela dei diritti individuali penso che abbiamo aggiunto la garanzia di poter abortire in sicurezza. Siccome i rischi ci sono e sono evidenti, incidenti di percorso ci possono essere e ci sono stati”.
“Non si può dire sono contraria o favorevole, è una scelta individuale difficile e sofferta” spiega la Tesei, rassicurando anche sul possibile intasamento degli ospedali durante l’emergenza coronavirus. “Nei nostri ospedali la percentuale Covid è bassissima. Non ci sono problemi”.