Una conferenza, un intervento, quello che nel tardo pomeriggio ha visto il premier Conte tornare nuovamente in diretta sui canali televisivi, che in realtà poco aggiunge a quanto già detto nei giorni scorsi.
Un plauso al lento ritorno alla normalità, pur mantenendo sempre alta la guardia, ed una serie di iniziative che, sia in campo economico che industriale il governo si appresta a fare. Quindi, come al solito, ‘l’intenzione’ di misurarsi con l’opposizione per lavorare insieme, e l’aiuto dell’Europa ma senza il Mes, nel quale continua a non credere.
In sostanza, al di là dei ‘soliti’ roboanti propositi, anche se ‘fra le righe’, ciò che in tanti avranno colto, è l’assoluta intenzionalità di questo esecutivo, di continuare a gestire in toto il Paese. Un’eventualità che, vista l’attuale situazione (nella maggior parte delle famiglie italiane ancora non sono stati accreditati i soldi della cassa integrazione), più che una pr(o)emessa è sembrata più una ‘minaccia’.
Conte: “Finalmente i numeri sono incoraggianti”
Eccoci, finalmente, nell’agognata fase 3: ”Da oggi apriamo i nostri confini regionali, potremo spostarci da regione a regione senza autocertificazione. I numeri sono incoraggianti – ha esordito il premier – I dati della curva epidemiologica ci dimostrano che il sistema di controllo sta funzionando e sta funzionando anche il nostro indirizzo politico di procedere sulla base di riaperture progressive in base ad un costante monitoraggio”.
Conte. “Abbiamo adottato la strategia giusta”
Ed ancora: ”A distanza di circa un mese dal 4 maggio, quando abbiamo riaperto l’intera filiera della manifattura e i cantieri delle costruzioni, i numeri sono incoraggianti, possiamo dirlo con relativa prudenza ma anche con chiarezza. Gli ultimi monitoraggi non segnalano situazioni critiche o di sovraccarico nelle strutture ospedaliere su tutto il territorio nazionale”. Oltretutto, aggiunge Conte, ”Il trend dei nuovi casi diagnosticati è in costante diminuzione in tutte le regioni, dalla Lombardia alla Sicilia: questo ci conforta e dimostra che la strategia adottata in queste settimane, passo dopo passo, è stata ed è quella giusta”.
Conte: “Non abbandonate ora queste precauzioni”
”Questo ci dà fiducia in vista delle decisioni che saremo chiamati ad adottare nelle prossime settimane. Colgo un rinnovato entusiasmo, nelle nostre piazze c’è grande attenzione per questa socialità ritrovata: giustissimo, ci meritiamo il sorriso e l’allegria dopo settimane di duri sacrifici. Ma è bene ricordare sempre che se siamo tra i primi paesi a riavviare le attività economiche e sociali in condizioni di sicurezza è perché abbiamo accettato tutti insieme ci compiere sacrifici e modificare radicate abitudini di vita. Le uniche misure efficaci contro la diffusione del virus sono il distanziamento fisico e l’utilizzo, ove necessario, delle mascherine di protezione. Abbandonare il rispetto di queste precauzioni, perché si ritiene che il virus sia scomparso, è una grave leggerezza completamente smentita dai dati dei contagi che, seppure in calo, vengono registrati quotidianamente”.
Conte: “Rilanciare il brand Italia nel mondo”
Inizia dunque una nuova fase, spiega il premier, ”ed anche i turisti europei da oggi possono viaggiare verso l’Italia senza sottoporsi a quarantena”. Ma è tempo di ricominciare a darsi da fare, così come Lui ed i suoi ministri si apprestano a fare, affinché, rimarca, “l’Italia torni ad essere la meta ambita. Più che mai ora dobbiamo concentrarci sul brand dell’Italia nel mondo”.
Conte: “C’è un’emergenza economica e sociale”
Quindi il presidente del Consiglio è entrato nel merito degli obiettivi che il governo ha fissato sull’agenda, sottolineando che “questa crisi deve essere un’occasione per superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese“. Anche perché – complice anche l’affollatissima manifestazione di ieri nella Capitale – Giuseppe Conte ha evidentemente ‘preso coscienza’ del fatto che una larghissima fetta del Paese non è così disponibile nei confronti dell’esecutivo, come forse ci si aspettava. “Dobbiamo fare i conti con l’emergenza economica e sociale – spiega infatti – Ci rendiamo conto dei ritardi, ci rendiamo conto che ci stiamo confrontando con una legislazione che non era affatto pronta a erogazioni così generalizzate. Di questi ritardi ho chiesto già scusa e stiamo intervenendo per pagare più velocemente bonus e ammortizzatori sociali”. E ne approfitta per bacchettare a sua volta Confindustria.
Conte: “Occorre una seria riforma fiscale”
C’è dunque tanto da fare, in primis, cercare – per quanto possibile – di ‘compattare l’opposizione, cercando un dialogo perché, ora più che mai, ”Occorre una seria riforma fiscale. Il nostro fisco è iniquo e inefficiente e su questo stiamo lavorando. L’ultima riforma fiscale – rimarca infatti – è di cinquanta anni fa: serve una reale progressività coniugando lotta al sommerso per restituire risorse a tutti i contribuenti. Sicuramente ci metteremo nella condizione di fare pagare tutti e tutti meno”.
Conte: “Ridisegnare il paese anche con l’opposizione”
Ed ancora, diversi step da affrontare, che passano attraverso differenti ed impegnativi temi, come l’innovazione, la digitalizzazione (ad esempio, la banda larga per le famiglie di tuto il il Paese). Insomma, un ‘piano globale’ mirato al rilancio del Paese. Ma essendo un progetto per il medio-lungo periodo, occorre lavorare insieme all’opposizione. Senza contare poi gli aiuti dell’Europa dove, rimarca, riguardo al Mes non ha però cambiato idea.
Un intervento immediatamente contestato proprio dall’opposizione, mentre Renzi, dal canto suo, ha auspicato che alle parole seguano quanto prima i fatti. Una cosa è certa: se davvero questo esecutivo vuol ‘arrivare lontano’ non potrà esimersi dal coinvolgere l’opposizione nei progetti futuri…
Max