Una sfilza di post neri, uno dietro l’altro. I social ne sono invasi, da Instagram a Twitter, ma non è un errore di sistema. E’ un segno di protesta. Un moto nato per far sentire la propria vicinanza alle minoranze, che in queste ore, dopo la morte di George Floyd, hanno deciso di scendere in piazza. Anche virtualmente. E’ questo l’obiettivo del #blackouttuesday.
Basta scorre la home di Twitter per capire quanto questa iniziativa abbia attecchito anche in Italia: non a caso è in tendenza da alcune ore. Tanti i messaggi degli utenti in questo senso: c’è chi consiglia di accantonare l’hashtag #blacklivesmetter, il più utilizzato in questi giorni, e di passare al #blackouttuesday.
#blackouttuesday invade i social
#BlackOutTuesday
Si può fare, insieme! pic.twitter.com/hANx4AyfWf— 🌺 (@mjdance16) June 2, 2020
Evitare selfie e qualsiasi altro tipo di foto per dare spazio al nero: è questo l’obiettivo primario del #blackouttuesday, che oggi martedì 2 giugno ha preso piede in tutto il mondo. Anche in Italia sono numerosissimi i messaggi a sostengo dell’iniziativa. “Per chi partecipa: stop dal promuovere se stessi, il proprio lavoro e piaceri sui social! USIAMO IL SILENZIO PER AMPLIFICARE LA VOCE E continuiamo ad informarci”, scrive qualcuno.
Qualcun altro spiega: “Anche se è poco e mi sento impotente davanti a questa situazione sono felice di prendere parte a questa iniziativa”. Anche alcuni esponenti della musica italiano hanno sposato l’iniziativa pubblicando una foto completamente nera sul proprio profilo. Come ad esempio Marco Mengoni.