Mentre da noi già volavano i tappi di champagne rispetto alle allettanti notizie provenienti da Bruxelles, circa l’idea di affidare all’Mff 2021-27 ed al Recovery Fund la migliore forma di ‘sostegno per i paesi membri impegnati nella lotta contro il Covdi-19 ( e la conseguente crisi economica derivatane), ‘altrove’ si sono subito palesati i primi ‘mugugni’.
Dall’Olanda: “un accordo richiede l’unanimità”
In particolare, e non poteva essere altrimenti, a storcere il naso, è stata in primis l’Olanda (ripetiamo: paese membro ed al tempo stesso ‘paradiso fiscale’) la quale, in rappresentanza dei cosiddetti paesi ‘Frugali’ (Olanda, Danimarca, Svezia ed Austria, nella foto i quattro rispettivi leader), ha subito dichiarato di sentirsi “molto lontani”, anche perché, hanno sottolineato, “un accordo richiede l’unanimità, quindi i negoziati richiederanno tempo“.
A precisarlo, una fonte diplomatica olandese avvicinata dall’agenzia di stampa AdnKronos, che ha affermato: “E’ difficile immaginare che questa proposta sia l’esito finale dei negoziati“. Quindi, onde evitare ‘scivoloni diplomatici’, la stessa fonte ha anche tenuto a ribadire che “l’Olanda è disponibile ad aiutare e vuole collaborare a livello europeo per combattere la crisi. Vogliamo farlo in un modo che rafforzi gli Stati membri e l’Ue nel suo insieme“.
I ‘Frugali’ seguono i principi guida del ‘non-paper’
Tuttavia, ha quindi spiegato la ‘fonte’, vista la complessità della proposta annunciata da Bruxelles, “è troppo presto per un’analisi nella sostanza, ma verrà esaminata dai ‘Frugali’ sulla base dei principi guida delineati nel non-paper di sabato scorso (prestiti per prestiti, nessuna mutualizzazione del debito, temporaneità dello strumento, modernizzazione del bilancio Ue, riforme)”. Anche perché, ha ribadito la ‘fonte diplomatica’ all’AdnKronos: “Non vogliamo focalizzarci sulla flessibilità a breve termine – conclude il diplomatico – ma su un continuo rafforzamento della resilienza del mercato interno”.
Max