Alle 17.58 di 28 anni fa, il 23 maggio 1992, cosa nostra fece esplodere un tratto dell’autostrada A29 tra Punta Raisi e Palermo. L’attentato di Capaci, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, e i tre uomini della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Due mesi dopo, il 19 luglio, la mafia avrebbe colpito anche Paolo Borsellino e i cinque uomini della scorta, in via d’Amelio, a Palermo: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi, la prima donna della Polizia di Stato a morire in servizio.
“Due attentati che segnarono il punto più alto della sfida della mafia nei confronti dello Stato”, ha detto in un videomessaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Ma i mafiosi – ha continuato il presidente – nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, e i loro valori sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte. Diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.
Oggi, alle 17.58 del 23 maggio 2020, non si terranno, a causa della pandemia, cortei in ricordo di chi ha perso la vita in quelle stragi. Ma Palermo e l’Italia intera osserverà un minuto di silenzio per onorare il coraggio di chi ha provato a sradicare quella piaga che è la mafia nel nostro paese. “La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra – ha detto Mattarella – Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato, caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno nel contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre”.
Il pensiero ai giovani
Mattarella si è rivolto ai giovani come “i depositari e gli eredi del sacrificio di Falcone e Borsellino”. “Il significato della vostra partecipazione in questa giornata – ha poi chiuso il presidente – è il passaggio a voi del loro testimone. Siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre“. Dall’alba centinaia di persone hanno fatto sventolare lenzuola bianche dai balconi di Palermo al posto di cortei. Per non dimenticare.
Lamorgese “Nella fase 2 tenere alta la guardia contro le mafie”
Anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, intervenuta ai microfoni di Rtl, ha voluto ricordare Falcone, la moglie e la sua scorta. I caduti di quel tragico giorno di 28 anni fa. “È nostro dovere non disperdere l’impegno quotidiano per la legalità che ancora oggi manifesta tutta la sua carica ideale”. “Soprattutto ai giovani – ha proseguito la ministra – dobbiamo dire che lo Stato c’è. Che magistratura e forze di polizia si impegnano tutti i giorni e che fanno registrare importanti successi”. La Lamorgese ha poi messo in guardia contro il ruolo subdolo delle mafie nella fase 2, con imprenditori e lavoratori sul lastrico: “Una crisi che rappresenta un terreno di coltura ideale, ancora più fertile, sul quale le mafie si stanno muovendo per offrire, con rinnovata forza aiuti, welfare, beni e servizi per conquistare spazi di mercato e consenso sociale”.
Motivo per cui “oggi più che mai dobbiamo vigilare e la risposta dello Stato deve essere forte, rapida e incisiva”, ha scritto il premier Giuseppe Conte in un post su Facebook.
Mario Bonito