Quando riparte la Serie A? La domanda è ricorrente, ma soprattutto a livello organizzativo. La gente ormai sembra essersi disillusa del fatto che il campionato possa riprendere a breve, e che nel caso succedesse, possa portare con sé quel carico di atavico intrattenimento. Ci sono cose più importanti a cui pensare, ma il Governo del calcio deve scongiurare una perdita economica sanguinosa.
La chiusura totale dei campionati potrebbe portare al fallimento diverse società e creare ingenti danni anche alle televisioni. Un guaio da evitare per i piani alti, che lavorano alla riapertura. L’ultima parola spetta però al Governo che si rifà sul parer dell’esperti. Rezza, epidemiologo, ad esempio frena i facili entusiasmi: “Ripresa del campionato? E’ impensabile riprendere alcune attività durante il lockdown, poi la riapertura è una decisione politica, dal punto di vista tecnico posso dire che il calcio, come altri sport, comporta un contatto diretto tra persone”.
“Necessità di controlli stretti”
Ha continuato Rezza: “C’e’ la necessità di controlli molto stretti su un numero di persone molto ampie, ci sono 22 giocatori in campo e intorno un numero di 200 persone. I controlli che si dovrebbero fare, a carico delle squadre o della Figc, dovrebbero essere fatti a scadenze molto strette”
Ho sentito parlare di un tampone ogni 4 giorni, poi i giocatori dovrebbero essere isolati per ridurre al minimo il rischio di trasmissione – ha aggiunto Rezza – Credo sia una decisione difficile, che non ci sia il rischio 0 come in altre attività e in questo caso c’è anche un contatto fisico. Comunque il Cts non ha ancora affrontato il problema”, ha concluso l’epidemiologo.