Ad un tiro di schioppo dalla tanto attesa Fase2 con la ormai data spartiacque del 4 Maggio in Italia tanti si chiedono come si fará a assicurare la sicurezza sul posto di lavoro per i tanti che torneranno in attivitá.
Oltre alle consuete indicazioni emerse in questi giorni su distanze di sicurezza e igienizzazioni, su mascherine e regole per i trasporti uno dei principali indicatori per la salvaguardia dei lavoratori, pur facendo salva la produttivitá, ´quella di continuare a incoraggiare e invogliare la pratica ormai divenuta nota dello smart working.
Ma come funzionera´? Chi potrá continuare ad accedere allo smart working e come, e se, cambieranno le dinamiche in ambito di organizzazione del lavoro?
Fase 2, Inail e Governo, sí allo Smart working dopo il 4 Maggio
L’Inail ha pubblicato il documento tecnico sulla Fase due con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro. La pubblicazione, a cui ha detto si il Comitato Tecnico Scientifico presso la Protezione Civile indica che “vanno mappate tutte le attività, prevedendo di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica”.
Dunque sará questo il must da tenere a mente. La mascherina è “raccomandata” in ogni caso anche all’interno dei mezzi pubblici assieme al distanziamento sociale.
Sulle mascherine si parla di un accordo sul prezzo di vendita mentre i farmacisti chiedono di poter vendere i dispositivi di protezione “a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici” .
Sono introvabili, oggi, spesso, e ai prezzi altissimi, e dunque sará un processo molto complicato. Anche per questo, per certi versi, é e sará incoraggiato lo smart working.
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Sì allo smart working. E´ questa la parola chiave che per molti casi, per molti lavoratori, produrrá una continuazione delle misure di produzione lavorativa alternativa o, come si dice in gergo da remoto o a distanza.
L’Inail raccomanda l’utilizzo del lavoro a distanza dove possibile anche nella fase due come “soluzione efficace” che ha permesso la continuità dei processi lavorativi e allo stesso tempo “ha contribuito in maniera sostanziale al contenimento dell’epidemia“.
Lo si legge nel documento appena pubblicato dall’Inail e approvato dal Comitato tecnico scientifico sulla cosiddetta fase due dell’emergenza coronavirus. L’Inail però sottolinea la necessità di dare assistenza nell’uso delle apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza “incoraggiando a fare pause regolari”.
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“In aggiunta, il management – si evince dal documento – dovrà tenere conto della necessità di garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli“.
Lo smart working sará incoraggiato soprattutto per quelle categorie di persone, come gli over 65 ma anche in diversi casi gli over 55 (pare), e per tutte quelle situazioni in cui la produzione lavorativa puo´ essere garantita anche senza la presenza fisica o per quelle situazioni di contingenza e coesistenza con persone a rischio patologico.
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