Siamo a poco dall’arrivo della famigerata Fase 2 del Coronavirus, e non ci si chiede soltanto quali siano le attività prossime a ripartire e in quale modalità, ma anche, se non soprattutto, prima di ogni altra cosa, quali lavoratori siano più a rischio.
Una volta passati al parziale e graduale ritorno alla riapertura da inizio Maggio, cosa succederà a chi dovrà andare a lavoro? Quali sono le categorie più a rischio?
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Fase 2 Coronavirus, quali sono i lavoratori che rischiano di più
Il governo vara la ripartenza, con la fase due pensando a delle aperture anche prima del 4 maggio. Per capire quali attività ripartiranno prima si punterà a valutazioni sulla sicurezza delle singole imprese e delle categorie di rischio per i lavoratori di ogni settore.
Si prospettano nuove regole negli uffici e nei negozi, così come per gli spostamenti di anziani e dei più piccoli.
La fase due dell’emergenza Coronavirus riguarderà principalmente la ripresa delle attività produttive. Le prime regole dovrebbero prevedere piani precisi per gli spostamenti.
Il criterio da seguire sarà relativo ai codici Ateco: un decreto ministeriale dovrebbe spiegare quali attività ripartiranno prima. Se ne discuterà già lunedì in Consiglio dei ministri, puntando a capire quali saranno le misure di distanziamento e di sicurezza.
Le nuove regole per aziende e i negozi e lavoratori
Sarà un protocollo rigoroso. Si parte dalla pulizia delle sedi, da effettuare due volte al giorno. Ma pure sulla fornitura di mascherine, guanti e gel disinfettante sempre a disposizione dei lavoratori.
Poi, ingressi limitati e distanziamento: ricorso ancora allo smart working, e presenza di un medico di riferimento.
Le classi di rischio per i lavoratori
Il governo sancirà dunque quali attività potranno riprendere prima in virtù del rischio per le singole categorie di lavoratori. Una tabella fa riferimento, pare, a gruppi a basso rischio, come l’agricoltura, la pesca, tutta l’industria manifatturiera, l’editoria, le agenzie di viaggio e le biblioteche.
Vengono considerate a rischio medio per la ristorazione e le attività sportive, ovvero per la riapertura di ristoranti, bar e palestre. Così come per i trasporti e per la scuola.
Infine, il rischio alto, riguarderebbe il trasporto aereo, l’assistenza sociale e l’assistenza sanitaria.