Eccolo finalmente il premier in diretta tv, al termine di un lungo e, a quanto pare, ‘acceso’ confronto con i capi-delegazione della maggioranza che avrebbe motivato il continuo slittamento di questa conferenza.
In effetti appare abbastanza provato stavolta Conte, sempre loquace ed elegante, ma l’espressione non è così distesa e sicura come spesso gli riconosciamo. Probabilmente perché in mente sua già sa che, nell’ambito di ciò che andrà ad illustrare, avrà modo di togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe, forse per bruciare in partenza il prevedibile attacco che l’opposizione si prepara a sferrargli contro.
“Mi assumo tutte le responsabilità della proroga”
L’esordio è abbastanza scontato: “Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche. E’ una decisione che ho assunto dopo diversi incontri con ministri, esperti del comitato tecnico-scientifico, regioni, province, comuni, sindacati, industrie, associazioni di categoria. Il comitato tecnico scientifico ci ha dato una conferma, i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Le misure di contenimento stanno dando frutti, stanno funzionando. L’auspicio – precisa – è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità ma ripartire: dipenderà dai nostri sforzi. Se cediamo adesso c’è il rischio di ripartire daccapo”. Dunque, ribadisce, “E’ necessario tenere alta attenzione anche a Pasqua. Dobbiamo mantenere alta la soglia dell’attenzione, anche ora che siamo prossimi alla Pasqua. Dobbiamo farlo anche per i ponti del 25 aprile e del primo maggio”. Quindi il premier ha rassicurato, ”Prometto che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza, aprendo alcune attività produttive”.
Intanto ritorna il commercio dedicato alla carta
Nello specifico, ovviamente la bozza del nuovo Dpcm, oltre che a confermare tutte le misure che limitano gli spostamenti e le attività produttive, introduce anche piccole novità, come la riapertura di tutte le attività legate al commercio della carta, come le librerie, le cartolerie, le cartolibrerie, ecc. Così come la attività legate alla filiera ‘agricola’ e, in particolare, ai combustibili come il taglio della legna. Molto dipenderà dalla capacità da parte degli esercenti, di poter garantire tutele regole di sicurezza richieste. Condizioni di idoneità che potrebbero allargare la platea delle attività, investendo anche alcune categorie legate all’abbigliamento, come i negozi per i neonati.
“Un comitato tecnico ci affiancherà nella Fase 2”
Quindi il presidente del Consiglio spiega che “Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ho già firmato il decreto – spiega infatti – per l’istituzione di un comitato di esperti, capace di radunare grandi menti (tra i quali, rimarca, anche attualmente impegnati all’estero), presieduto da Vittorio Colao, che andrà ad affiancare il comitato tecnico scientifico nella fase 2. Questo perché – insiste Conte – Non dobbiamo “procedere a tentoni, ma con la task force di esperti istituita oggi, studiare ‘processi razionali per ripensare l’organizzazione della nostra vita“.
“Un’emergenza epocale per l’Europa mai vista”
“L’Europa sta affrontando un’emergenza mai vista in tempi di pace. Alcune stime dicono che serviranno 1500 miliardi. Negli Stati Uniti il sostegno pubblico già ora è nell’ordine dei 2000-2300 miliardi, numeri mai visti in tempi di pace. Le proposte messe ieri sul tavolo dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo sono un primo passo verso la risposta europea”
“L’Eurogruppo? Un primo passo, ma non basta”
Poi, passando al discusso Eurogruppo d ieri sera, Conte spiega e tiene a precisare che ”Le proposte dell’Eurogruppo sono un primo passo verso una risposta europea: Gualtieri ieri ha fatto un gran lavoro. Ma è un primo passo che l’Italia, e su questo siamo pienamente d’accordo con Gualtieri, giudica ancora insufficiente“.
“Meloni e Salvni si assumano loro responsabilità”
In preciso passaggio, ecco che il presidente del Consiglio si toglie finalmente il sassolino dalle scarpe: ”Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni (punta il dito e precisando che quest’ultima era ministro con Berlusconi,ndr). Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza”. Quindi aggiunge che “Le falsità, le menzogne ci fanno male, perché ci indeboliscono nella trattativa”.
“Ribadisco: l’Eurogruppo non ha firmato nulla”
E prosegue ‘sottoscrivendo’: “l’Eurogruppo non ha firmato nulla e non ha istituito nessun obbligo: è una menzogna. Su richiesta di alcuni stati membri, non dell’Italia, l’Eurogruppo ha lavorato alla proposta di questa linea di credito collegata al Mes. Terzo punto: l’Italia non ha firmato nessuna attivazione del Mes, non ha bisogno del Mes, uno strumento totalmente inadeguato e inadatto all’emergenza. L’ho chiarito ai miei omologhi: l’Italia non ha bisogno del Mes, non lo ritiene adeguato”.
“Lotteremo per gli eurobond e convinceremo tutti”
Piuttosto, Mes a parte, il premier tiene a ribadire che ”La proposta europea la valuto nel suo complesso nel Consiglio europeo: lottiamo per gli Eurobond. La risposta comune o è ambiziosa o non è, non abbiamo alternative. Non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che non riguarda l’Europa e tutti gli stati membri. Lotteremo per avere gli eurobond e spiegherò con forza al prossimo Consiglio europeo che la risposta comune o è ambiziosa o non è. Lo ripeto: non firmerò finché non avremo un ventaglio di strumenti adeguati. C’è il rischio di non ottenere il risultato in tempi brevi? Se conoscete una scorciatoia, ditemela. Io devo andare al Consiglio europeo per lottare strenuamente, l’unica scorciatoia è andare lì e lottare con dignità affinché questo strumento sia adottato subito. E state tranquilli, ci saranno determinazione e coraggio. Sono convinto promette il premier – che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti”
“Fondo per la ripartenza, ci stiamo lavorando”
Riguardo poi ai fondi per la ripartenza, rimarca il premier, “non abbiamo ancora una regolamentazione concreta, parliamo di affermazioni di principio. Dobbiamo ancora lavorare in questa direzione ma per la prima volta lo abbiamo messo nero su bianco e gli altri Paesi hanno dovuto convenire sulla necessità di lavorare adesso per questo strumento, perché sia immediatamente applicabile”.
“Prepariamoci a convivere con il virus per mesi…”
“Ora ci dedicheremo al decreto per le misure economiche che vogliamo adottare prima della fine di aprile. Ipotizziamo una ripresa delle attività a pieno regime – ha quindi concluso Conte – ma con protocolli rigorosi. Non possiamo debellare il virus. Dovremo conviverci. Abbiamo bisogno di voi, di tutti i cittadini italiani”.
Max