Di fronte alla possibilità di aprire le chiese aperte per servire i fedeli e permettere loro di pregare anche in tempo di pandemia da Coronavirus arriva il no del Papa.
Papa Francesco rigetta la possibilità di aprire i centri di culto cattolici per le preghiere in tempo crisi da pandemia Covid-19. Ecco cosa ha detto il Pontefice in relazione alle polemiche di questi giorni relative alle possibili riaperture delle chiese.
Coronavirus, il Papa: non aprite le chiese, “pregate così”
Il tema delle chiese aperte e dei rischi di contagio da Coronavirus ancora prodotto non poche polemiche in questi giorni. Il Papa ha deciso di intervenire sulla questione per dirimerla in modo definitivo.
Dopo il caso delle chiese aperte, anche se il Coronavirus persiste in Italia e si continua a necessitare del rispetto delle regole di distanza sociale e le tante prese di posizione in un senso e nell’altro, come quelle di Matteo Savini e del fervente cattolico, il giornalista Paolo Brosio, a mettere la parola fine alle polemiche è intervenuto Papa Francesco.
Conscio della gravità del momento storico per l’epidemia Papa Bergoglio, dalla Santa Sede, ha chiesto a tutti i fedeli di restare in casa ed a fare attenzione.
“Sono giorni di quarantena questi a ridosso della Santa Pasqua. Prendiamo Vangelo e crocifisso e preghiamo in casa. Per tutti noi sarà una grande liturgia domestica perché in chiesa adesso non possiamo andare”.
Dunque niente chiese aperte nei giorni del Coronavirus, il Papa ha detto no: “Pregate Dio a casa”, ha dichiarato il Pontefice.
Parole che Papa Francesco ha diffuso nel corso della sua udienza generale tenuta in mondovisione via streaming. Il Sommo Pontefice ha preso questa posizione per limitare il contagio della malattia tramite l’isolamento in casa.
Papa Francesco ha detto: “Apriamo al Signore tutto il cuore nella preghiera. E non dimentichiamo: Crocifisso e Vangelo in casa. Lasciamo che il suo sguardo si posi su di noi. Capiremo che non siamo soli, ma amati, perché il Signore non ci abbandona e non si dimentica di noi, mai”.