Un appello che fa venire i brividi, quello del governatore lombardo, Attilio Fontana: “I numeri continuano ad aumentare, è sempre peggio. Siamo vicini al momento in cui non avremo più disponibilità di letti in rianimazione. Abbiamo progetti alternativi, sono necessari macchinari che servono a ventilare i polmoni. Se riuscissimo ad avere i macchinari, avremmo già un progetto per un ospedale in due capannoni della Fiera di Milano“.
Davanti ai microfoni di Sky Tg24, il presidente della Regione spiega che “Sono stati predisposti i progetti, oggi avremo contatti con la Protezione Civile. Stiamo individuando medici che potrebbero far funzionare questi reparti, ma mancano i respiratori. Se arrivano i respiratori, noi siamo pronti con gli attacchi”.
“Stiamo contattando diversi paesi all’estero”
Dunque, dopo la nomina di Bertolaso (‘buono’ per il Paese intero!) per affiancare la Lombardia nella lotta al coronavirus, la Regione si sta muovendo anche autonomamente per trovare il prima possibile macchinari ma, spiega Fontana, non è così facile come potrebbe sembrare: “Stiamo parlando con la Cina, con gli Stati Uniti, con il Sud America. Poi tra questi fornitori ci possono essere anche truffatori e mitomani… Quando ci rendiamo conto che sono persone serie, iniziamo la trattativa“.
“Nessuna polemica con la Protezione Civile”
Quindi il governatore lascia intendere di non voler minimante polemizzare con la Protezione Civile, ”Non voglio fare nessun tipo di polemica, dobbiamo lottare tutti insieme. Più conoscenze e rapporti internazionali abbiamo, più possibilità abbiamo di reperire questi macchinari. Il nuovo ospedale sarebbe un polmone per noi che siamo in difficoltà, ma lo sarebbe per tutto il paese se l’epidemia dovesse diffondersi“.
Infine, anche una speranza, ”Aspetto anche una telefonata da un grande imprenditore, che potrebbe aiutarci a trovare i ventilatori”.
Il doveroso ringraziamento ai sanitari
Quindi, doveroso, un pensiero ai medici e agli infermieri, da settimane messi a durissima prova: “Restano i miracoli che i nostri operatori riescono a compiere, recuperando più di 300 posti in rianimazione dal nulla. Spero che riescano ancora a compiere miracoli, non li ringrazieremo mai abbastanza”.
Max