Un’impostazione tutta da rifare quella dell’accusa. Secondo i legali della famiglia Cucchi, agli agenti andava contestato l’omicidio preterintenzionale e non le lesioni.
Questo perchè Stefano non era “un morto che camminava”. Stefano, ha detto l’avvocato di parte civile nella sua requisitoria, era un “ragazzo magro che assumeva stupefacenti ma non un tossicodipendente all’ultimo stadio”.Una ricostruzione non aderente a quella fatta dalla procura che ha «provocato un dissesto tra parte civile e pm» che due giorni fa hanno chiesto condanne dai due ai sei anni per tutti gli imputati. I genitori del ragazzo hanno comunque chiesto una provvisionale da 600mila euro ai 12 imputati. Centomila, invece, li ha chiesti il Campidoglio, auspicando la condanna, per i danni subiti: “Stefano Cucchi ha detto l’avvocato Enrico Maggiore avrebbe avuto diritto a chiedere e beneficiare dei servizi della comunità”.