Può una frase rovinare un rapporto tra bandiera e tifoseria? Sembra strano ma è possibile, per conferma chiedere a Roberto Pruzzo, storico bomber della Roma finito nell’occhio del ciclone per un’affermazione spontanea. L’ex attaccante giallorosso aveva infatti definito Lulic capitano laziale, un suo idolo dopo il gol in finale di Supercoppa Italiana contro la Juve.
Una frase che ha fatto infuriare i tifosi della Roma, che sui social e attraverso le radio hanno manifestato il loro disappunto tanto da chiedere la rimozione dalla hall of fame giallorossa di Pruzzo. Questa la frase completa incriminata, detta dall’ex attaccante a Radio Radio: “Lulic è diventato il mio mito. È un operaio, ogni tanto va fuori giri, ma dimostra quanto possano essere utili questi calciatori in un contesto di alto livello come quello della Lazio. Quando hai una manovalanza così, ogni situazione si può risolvere”.
Pruzzo si scusa
Un idolo romanista che ha come idolo il giocatore che ha segnato la più dolorosa sconfitta della storia del club giallorosso, quella del 26 maggio in finale di Coppa Italia contro la Lazio. Un oltraggio, secondo i tifosi, alla storia stessa della Roma, che ha portato quasi ad una ricolta popolare. Un’insurrezione che ha travolto Pruzzo anche sotto il punto di vista emotivo, come ha dichiarato lo stesso ex attaccante ai microfoni della trasmissione Te la do io Tokio.
“Sto vivendo malissimo questa situazione – ha dichiarato Pruzzo – Sono arrivato a Roma nel ’78, e da quel giorno sono abituato ad avere l’affetto di tutti i tifosi della Roma, questa situazione mi fa stare male. Mai e poi mai avrei voluto fare del ‘male’ ai tifosi della Roma. Io non sapevo di questa situazione, non mi ricordo neanche i gol che ho fatto io per dire. La mia frase era una cazzata buttata lì, non volevo ferire nessuno. Io non dormo da giorni, ci sto male…”, ha concluso l’ex attaccante giallorosso.