Come da prassi, l’attesa conferenza di fine anno del presidente del Consiglio a Villa Madama, a parte come vedremo, l’annuncio del ministero dell’Università e della Ricerca, non ha riservato grosse novità, salvo il messaggio ottimista con il quale ‘infiocchettare’ il bilancio dell’esecutivo che, ha detta del premier, è riuscito a raggiungere molti degli obiettivi preposti.
Per quel che riguarda l’azione di governo, Conte ha osservato che “Abbiamo avanti a noi una maratona di tre anni, marceremo spediti. Questo spazio temporale ci consentirà di programmare meglio le nostre iniziative di governo. Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri, addirittura è stato uno sprint a ostacoli. Dovevamo mettere il Paese in sicurezza – ha ricordato il premier – occorreva una manovra economica seria, responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l’Iva da disinnescare. Sono orgoglioso di aver raggiunto, insieme a tutti i ministri, insieme a tutte le forze politiche che sostengono questo governo, gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Addirittura siamo andati oltre, perché non ci siamo limitati a disinnescare l’incremento dell’Iva, ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni degli impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia”. Ed ancora, “gennaio sarà l’occasione per fermarsi un attimo a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l’azione di governo. A tal proposito sarà definito un ‘cronoprogramma’, abbiamo presenti le priorità”. Del resto, assicura il presidente del Consiglio, “Non vogliamo promettere delle cose irrealizzabili, nei nostri 29 punti non ci sono promesse irrealizzabili, ci sono degli obiettivi molto chiari, programmatici, che a gennaio verranno declinati sulla base delle priorità. Vogliamo lavorare per rendere un servizio utile al Paese, riscoprire il senso di comunità, lavorare come una squadra e vogliamo rivolgerci a tutti i cittadini sollecitando fiducia nei confronti della politica, che non deve promettere cose che non può mantenere, deve essere credibile. Se la politica si presenta credibile, determinata, convinta nel perseguire obiettivi alla portata, le riforme che i cittadini attendono da anni, la politica farà il suo compito, senza proclami, senza gesti eclatanti, senza lasciarsi distrarre da polemiche. La politica non ha bisogno di conflitti e nessuna forza politica alimenta il consenso con le polemiche. Non possiamo sprecare questa occasione d’oro, le polemiche e i distinguo non ci fanno bene. Il metodo di lavoro di questo governo – tiene quindi a precisare – si basa sul confronto che io rivendico. Un dialogo anche acceso, ma mai dei litigi fini a se stessi. ‘Ho visto la stampa che ironizza su di noi: chiama questo governo, il governo delle riunioni e dei vertici. I vertici servono per alimentare il confronto, i vertici non sono litigi. Io non sono mai stato a litigare su poltrone o altro”.
“Non vedo il mio futuro politico con un partito”
A tal proposito c’è chi prontamente domanda se all’orizzonte si profili un Conte ter: ”Lei sta ipotizzando un Conte ter? Un Conte tre? No, per carità… – sbota sorridendo – Non dobbiamo cadere nella tentazione di poter realizzare domani quel che si può realizzare oggi. Mettiamoci anche nella prospettiva di una forza politica. Una forza politica che oggi contribuisce alle soluzioni di governo, quale credibilità può avere di fronte al proprio elettorato dicendo ‘facciamo così, andiamo a votare, datemi fiducia perché io realizzerò le cose che potrei realizzare oggi…’. E’ uno scenario inverosimile, si perde credibilità’. ‘Noi oggi, qui, dobbiamo realizzare le riforme che potremmo realizzare domani e non c’è altra prospettiva. Se non c’è questo impegno, allora poi ne trarremo tutti le conseguenze. Questo è scontato – ribadisce – Se non c’è un impegno, una determinazione a operare in questa direzione, ne dovremmo trarre tutti le conseguenze, ci mancherebbe. Non è che posso fare il presidente del Consiglio senza il pieno e determinato e convinto sostegno delle forze politiche che sostengono la maggioranza. Però, dico che sarebbe una grande sconfitta per tutti e sarebbe una sconfitta che si pagherebbe elettoralmente”.
E se dovesse cadere il Conte bis? ”Io non vedo un altro governo ma non dipende da me – sottolinea – Questa è una scelta rimessa al presidente della Repubblica e su questo non posso dire una parola di più. Mi sembra, personalmente, uno scenario inverosimile. Ma quello che voglio dire, sarebbe davvero una prospettiva molto negativa per tutte le forze politiche andare a votare e chiedere la fiducia per fare qualcosa che si potrebbe fare adesso…”. Quindi un messaggio chiaro per fugare eventuali ipotesi politiche: “Non vedo il mio futuro politico con un partito. Non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento – chiarisce – non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto con i cittadini italiani”.
“Parlamentari, non abbandonate i vostri partiti”
Tuttavia il capo dell’esecutivo tiene ad osservare che “in questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostengono la maggioranza non fa bene neppure all’azione di governo”. A tal proposito si sente di lanciare un “pubblico appello”, rivolto in special modo a quei parlamentari in disaccordo con il proprio schieramento: “rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del quadro politico. Se ci sono manifestazioni di dissenso lavorate all’interno”. Dunque un doveroso richiamo rivolto “a tutti, a un senso di responsabilità, a noi, alle forze parlamentari che voglio sempre più coinvolte e anche all’opposizione, che potrà esprimere soluzioni utili che se saranno condivise possiamo integrare”..
“Conti pubblici? Dobbiamo spendere bene”
Quanto all’atavico ‘problema tutto italiano’ poi, il premier spiega che “Il nostro debito pubblico è elevato sicuramente ma ricordiamo che i nostri fondamentali sono molto saldi e che il nostro debito pubblico è per la maggior parte nelle nostre mani. E questo fa la differenza. Abbiamo un cospicuo risparmio privato” aggiunge, precisando quindi il bisogno di poter contare su “governi credibili, coerenti che parlino con voce univoca, per evitare un innalzamento dello spread, come è stato già sperimentato”. Il problema, non è un problema di risorse che abbiamo anche incrementato. Ormai la diagnosi è molto chiara. Il problema è riuscire a spenderle. Da gennaio ci concentreremo su come spendere bene ed efficacemente intervenendo sui centri di spesa, snellendo la burocrazia e semplificando il quadro regolatorio”.
“Misure anti-evasione per la pressione fiscale”
In un simile contesto, spiega ancora, “Vogliamo agire per abbassare la pressione fiscale. Sul fisco puntiamo a semplificare, rimodulare o ridurre le aliquote. Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione dobbiamo lavorare in modo serio e credibile. L’unica prospettiva seria e credibile è combattere contro l’evasione fiscale”. Capitolo Iva e rimodulazione, questa, precisa, “non è all’ordine del giorno. Dobbiamo valutare l’impatto che avranno le misure anti-evasione. Arriveremo all’inizio dell’anno successivo al 2021 – afferma convintamente – a restituire ai singoli cittadini anche 2.000 euro di superbonus. Mentre sulla flat tax riteniamo che una articolazione ci debba essere e che debba essere anche rispettato il principio della progressività dell’imposizione. E poi, dobbiamo mettere mano in modo organico e sistematico alla giustizia tributaria”.
“Pa: la ‘digitalizzazione’ per cominciare”
Di parimenti al sistema fiscale, occorre però che girino al meglio anche gli ingranaggi che muovono la ‘macchina burocratica’, e quindi “Se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la pubblica amministrazione, soprattutto sul piano della ‘digitalizzazione’ – afferma il premier – si potrà fornire un volano per la crescita economica. Vogliamo snellire la macchina burocratica. Nessuno può illudervi che questa riforma sia facile, ecco perché occorre un orizzonte temporale minimamente ampio” tuttavia, avverte, “sarà una riforma che scontenterà molti”.
“Nasce il ministero dell’Università e della Ricerca”
Quindi, come annunciato in apertura, nel corso della conferenza di fine anno Conte ha spiegato che urge “separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università. Hanno logiche diverse” e quindi, prosegue, “mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell’Università e della Ricerca. Ho pensato, avendo conosciuto già l’operato della sottosegretaria Azzolina, di nominarla ministra della Scuola, mentre Gaetano Manfredi sarà il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca“, anticipa Conte, cogliendo però l’occasione per ringraziare “il ministro Fioramonti per l’attività sin qui prestata. Abbiamo la necessità di rilanciare il comparto della ricerca e dell’università, non è vero che non abbiamo compiuto passi in avanti. Nel 2020 introdurremo l’Agenzia nazionale per la ricerca. Dobbiamo fare qualche sforzo in più, dovremo rilanciare un Piano straordinario per i ricercatori, migliorare i Fondi per il diritto allo studio”.
“Lo Stato può intervenire a fianco di un partner forte”
Inevitabile quindi l’apporto dell’intervento pubblico in alcuni settori che, “è chiaro che con la globalizzazione la competizione sì è spostata in uno spazio globale e ci dobbiamo misurare in modo diverso rispetto al passato. Ritengo che ovviamente la soluzione preferibile sia quella di mercato, ma è anche vero che ormai in un scenario così complesso è chiaro che un intervento pubblico mirato, specifico, soprattutto a supporto di alcuni settori e presidi produttivi può rivelarsi strategico per gli interessi nazionali e per poter competere più efficacemente in uno spazio non più europeo ma globale”. E’ anche vero che, come fa osservare la stampa, che lo Stato “può entrare in gioco, ma questo non vuole dire che lo Stato debba agire con dirigismo economico o privilegiare la nazionalizzazione. Lo Stato in alcuni casi punta anche a un intervento minimale come quello che stiamo progettando per Taranto. Non prevediamo che lo Stato finisca per essere un produttore siderurgico ma lo Stato può intervenire a fianco di un partner industriale forte, globale per garantire alcuni obiettivi”.
“Infrastrutture investendo anche nel Mezzogiorno”
Fondamentale quindi “lavorare per incrementare le infrastrutture, migliorarle e manutenerle in modo efficace: quello che abbiamo visto fino a qui non ci piace affatto. Serve una manutenzione più efficace, ordinaria e straordinaria”, afferma il premier sottolineando però allo stesso tempo che è primario salvaguardare il territorio, e di investire anche nel Mezzogiorno: “Stiamo lavorando a un piano strutturale per il sud, anche con le Ferrovie dello Stato e di altri soggetti coinvolti”.
“La prescrizione non è un obbrobrio giuridico”
Poi il capo dell’esecutivo ha affrontato diversi temi tra quelli più ricorrenti in queste ultime settimane. Si comincia dalla prescrizione che, spiega, “ritengo che sia sospesa in corrispondenza della sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione che di condanna, non è un obbrobrio giuridico, c’è in Germania, c’è in Francia, in altri Paesi. Sicuramente – aggiunge ancora il presidente del Consiglio – il problema è abbinare dei meccanismi che assicurino la durata ragionevole del processo. Quando a gennaio entrerà in vigore questa norma, gli effetti non si avranno subito, occorreranno 3-4 anni. Siamo in dirittura d’arrivo per quanto riguarda la riforma del processo penale, dove introdurremo questi meccanismi di garanzia. E’ ovvio che le varie forze politiche su questo tema hanno delle differenti sensibilità ma credo che su questo obiettivo ci ritroveremo tutti. Sono a conoscenza del disegno di legge presentato dal Pd, lo capisco, ma siamo in dirittura d’arrivo per accelerare i tempi della giustizia penale e introdurre garanzie per la durata ragionevole del processo penale“.
“Sicurezza, uno dei temi del confronto di gennaio”
Quindi il discusso decreto sicurezza: “E’ nel nostro programma l’intervento sui decreti sicurezza, per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Il decreto sicurezza bis è stato varato dal Cdm in una versione diversa. La versione originaria teneva ben conto delle premure del presidente Mattarella. Cento giorni son pochi, adesso però potremo lavorare, e sarà uno dei temi del confronto di gennaio”.
“Il nuovo Morandi, riscatto di Genova e di tutta l’Italia”
La vicenda della ricostruzione del Morandi: ”Il sistema Italia lo abbiamo sperimentato con il modello Genova, in occasione della costruzione del nuovo Ponte. Mi riferisco alla grande ferita del 14 agosto 2018 che tutti portiamo nel cuore. Da lì è nato il riscatto, il riscatto di Genova e di tutta l’Italia. In soli 20 mesi riusciremo a realizzare un ponte modello di tecnologia. Alla fine sarà un record”.
“Banche: mettere in sicurezza il risparmio dei cittadini”
Riguarda poi alla Banca Popolare di Bari “anche lì lo Stato interviene e fa di necessità virtù per mettere in sicurezza il risparmio dei cittadini. In prospettiva non escludiamo una soluzione di mercato – tiene a far sapere Conte – Non ho interloquito con nessun vertice e non ho mai contattato i vertici amministrativi della Popolare di Bari. Questo dossier non nasce come un fungo, era una situazione monitorata“. Quindi Conte spiega che nelle stesse ore nelle quali è stato convocato il Cdm in merito a questa vicenda, “la Banca d’Italia stava completando la procedura di commissariamento. Ero stato preavvertito. Avevamo gli sportelli e i mercati aperti e non potevamo creare allarme. Sono stato omissivo, sono stato costretto a farlo e me ne assumo la responsabilità. Ma sapevo che la procedura si stava concretizzando“, aggiunge riferendosi alle affermazioni rilasciate da Bruxelles, ad un giorno dalla convocazione del Cdm: “Appena tornato a Roma – ricorda – quando la procedura su Popolare di Bari si stava concretizzando ho subito convocato il Consiglio dei ministri”.
“Alitalia, non intendiamo regalarla a nessuno”
Vicenda Alitalia: “E’ una compagnia in difficoltà – afferma subito – ma con asset che fanno gola a molti. Non vogliamo regalarla – chiarisce subito Conte – Per questo stiamo cercando di ristrutturarla per offrirla a soluzioni di mercato. Stiamo interloquendo con l’Ue per quanto riguarda il prestito ponte per Alitalia. L’interlocuzione è sempre preventiva ed è costante. Non voglio ipotecare l’esito ma confidiamo di non aver difficoltà“.
“Autostrade: da Corte dei Conti un rapporto choc”
Altro ‘tema caldo’: le concessioni ad Autostrade per l’Italia, “il procedimento è in corso. Confidavo di poter completare l’istruttoria entro il mese, slitteremo di un po’ ma siamo in dirittura finale. In questo momento non mi sento di dire che esito sarà ma deve essere ben chiaro che non vogliamo fare sconti a nessun privato. Tuteliamo l’interesse pubblico“. Tuttavia, all’interno del decreto legge Milleproroghe, osserva, “abbiamo introdotto una norma che non riguarda solo Aspi ma tutti i concessionari. Abbiamo eliminato privilegi inaccettabili, perché c’era una sperequazione nelle convenzioni e alcune erano sproporzionate nei vantaggi ai privati rispetto agli svantaggi al pubblico. Il rapporto della Corte dei Conti è stato scioccante e inaccettabile”.
Vista la consistenza degli argomenti, gli viene chiesto se veramente pensa che la Lega e Salvini possano effettivamente rappresentare un ostacolo ala stabilità del Paese, qui, una volta tanto il premier risponde con lucidità: ”Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare a gioco democratico, ma secondo me è insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership…”.
“Sul caso Gregoretti sto completando le verifiche”
Il richiamo finisce per riproporre la situazione della nave Gregoretti: “sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier – fa sapere Conte – Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto. Ho fatto già una verifica per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c’è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione. In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva, voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l’istruttoria“.
“Migranti: i nostri porti non sono mai stati chiusi”
Quindi l’immigrazione: “il problema non è porto aperto o porto chiuso. Diciamolo francamente al di là della propaganda: i nostri porti non sono mai stati chiusi, la differenza era tenere i migranti più o meno giorni in mare. Non sono solito sottrarmi alle responsabilità. Anche io commetto degli errori, il tema non è tutti contro Salvini. Ho commesso anche io degli errori e sono disponibile ad ammetterli. Però quando dico che in materia di immigrazione non sono mai stato favorevole allo schema ‘porto aperto porto chiuso’, questo l’ho detto in tutte le occasioni. Se ho commesso errori – aggiunge facendosi serio – me ne assumo le conseguenze. Però se lo spread è salito, non lo ha fatto per le mie dichiarazioni”.
“Regionali non sono un referendum pro o contro il governo”
Intanto si avvicinano sempre di più le regionali: “Bisogna dare la giusta importanza agli appuntamenti elettorali sul territorio che si preannunciano già a fine gennaio – avverte il presidente del Consiglio – non bisogna affatto trascurare che da quelle competizioni ricaveremo dei dati politici che alimenteranno il dibattito e che potranno anche avere un riverbero sul piano nazionale, ma vorrei chiarire che stiamo sempre parlando di competizioni elettorali circoscritte sul piano territoriale, non sarà un referendum a favore o contro il governo” afferma il presidente del Consiglio.
“Libia: ho sentito sia Erdogan che Putin”
Infine, tra politica estera e la questione migranti, ecco la Libia, sulla quale, spiega, “c’è stata e c’è un’incessante attività diplomatica da parte dell’Italia spesso non visibile”. Nei gioeni passati il premier ha sentito telefonicamente “il presidente Erdogan e il presidente Putin. C’è un costante dialogo per esortare tutti e indirizzare tutti verso una soluzione politica” soprattutto, aggiunge, per riuscire a ‘strappare’ un cessate un fuoco occorre però “convincere tutti e indirizzare tutti e creare una grande pressione. Ecco perché si è intensificata la nostra iniziativa diplomatica, ecco perché il ministro Di Maio è stato di recente in Libia, ecco perché ci torneremo, stiamo lavorando anche con gli altri Paesi dell’Ue per tornare subito a farci risentire anche a livello di ministri degli Esteri e con la conferenza di Berlino”.
Max