Ormai sull’Ama ed i suoi dipendenti, in particolare ‘gli operativi’, ne abbiamo viste, lette e sentite a migliaia. Nel frattempo però la ‘Capitale’ annega nell’immondizia e, se da una parte c’è l’oggettiva necessità di individuare un luogo di stoccaggio per i rifiuti, dall’altra – per l’appunto – è altrettanto innegabile l’irresponsabilità e l’arroganza di gran parte degli operatori, sempre pronti al caffè, alla sigaretta e, cagionevolissimi di salute, esposti ad ogni minima variazione climatica. Intendiamoci subito: ci sono anche quelli che lavorano, e tanto. Ed è soprattutto anche in loro difesa che è doveroso denunciare tutto ciò che non funziona come invece dovrebbe.
Ora senza scomodare le continue ‘vox popoli’ (chiacchiere da bar molto diffuse in città), secondo cui l’Ama – così come altre partecipate – avrebbe rappresentato per anni il clientelismo politico locale, e che all’interno vi sarebbero addirittura ‘clan’ di sfaticati, pronti ad imporre i loro comodi anche ricorrendo alla violenza ed alle minacce nei confronti dei loro ‘capi’, è invece interessante leggere quanto pubblicato oggi da ‘Il Messaggero’, che ha rivelato gli esiti di un report stilato dalla stessa Ama.
La notizia, e vista la situazione lo è, è che di tutti i netturbini in giro per Roma, ‘uno su tre è inabile all’incarico’. Ecco la risposta ai recenti servizi de ‘Le Jene’, con decine di operatori ecologici ripresi in momento di relax durante il servizio: dovendo lavorare di più a causa delle defezioni di colleghi cagionevoli, una bella pausa ci sta.
Un netturbino su 3 ha in tasca il certificato medico
I dati parlerebbero chiaro: su un totale di 4.300 operatori ecologici, ben 1.500 sarebbero in possesso di una specifica inidoneità per la quale non possono garantire il servizio loro assegnato. Come spiega infatti l’interessante articolo, “Le motivazioni degli impedimenti sono varie: c’è chi è ‘allergico’ allo smog, quindi proprio non può passare il turno al volante dei compattatori nel traffico di Roma, c’è chi invece non può sostenere ‘carichi pesanti’, come svuotare i cassonetti che, dal centro alla periferia, tracimano di pattume da mesi. C’è anche chi soffre di fastidi temporanei e quindi, sempre col certificato firmato dal dottore, non può essere inserito nei turni. Naturalmente tra i 1500 inabili, c’è sicuramente chi avrà pienamente diritto alle esenzioni”.
L’amministratore Ama: “Così cambieranno le cose…”
Cifre e situazioni impressionanti (per non dire irritanti) che se vere suscitano la più ovvia delle domande: se impossibilitati a svolgere le mansioni loro assegnate perché sono stati assunti? Ma, concorso a parte (!), nel momento in cui vengono selezionati i candidati per una qualsiasi occupazione non è obbligatorio accertarne l’idoneità anche previa attestazione medica?
Ed infatti, scrive ancora ‘Il Messaggero’, Stefano Zaghis – amministratore unico di Ama – ha affermato che “Abbiamo anche chiesto di intensificare le visite mediche e con l’assunzione di 350 dipendenti abbasseremo l’età media del personale sul territorio, che oggi si attesta a circa 50 anni”. Poi, riguardo agli ‘inidonei’, l’amministratore ha annunciato che “ha già dato mandato al nuovo direttore del personale, Marcello Bronzetti, di riconvertire più netturbini ‘inidonei’ possibili. In 200 saranno spediti a fare gli ‘spazzini di quartiere’ a stretto giro di posta. Poi toccherà agli altri essere spostati in ruoli più operativi“.
Che dire? Situazioni assurde, paradossali, ed intanto i cassonetti continuano a sparire, fagocitati dai sacchi della spazzatura…
Max