Si è tenuto lo scorso venerdì il Consiglio Comunale di Pomezia. Una seduta della massima assise che non ha portato benefici ne novità, soltanto sterili polemiche. A giudicare i lavori anche il Movimento 5 Stelle, rappresentante la coalizione di governo guidata dal sindaco Fucci. Diramiamo di seguito il comunicato stampa diffuso dai grillini: Nel Consiglio Comunale di venerdì scorso 25 ottobre, richiesto dalla minoranza, non è stato possibile discutere i primi due punti allodg (assistenza domiciliare e istituzione commissione di indagine) perché privi della proposta di delibera. In pratica la minoranza chiedeva al Consiglio Comunale di deliberare ma senza fare
alcuna proposta di delibera. Come avevamo già detto in passato, meno male che gli inesperti eravamo noi. In merito alla proposta della minoranza riguardante la dichiarazione da parte del Consiglio Comunale relativa alla inalienabilità del complesso denominato Selva dei Pini, non presente nellodg ma inserita allultimo momento, si precisa che abbiamo ritenuto necessario votare contro la suddetta proposta in quanto non attuale né ammissibile. Nessun organo istituzionale comunale si è mai espresso a favore di tale possibilità (inalienabilità bene comunale), pertanto si è ritenuto inefficace esprimersi in merito. Dato che è stato comunque richiesto di esprimere un voto, è stato contrario per i motivi suddetti. Peraltro una proposta di alienazione (leggi vendita) non è stata mai neanche accennata in alcuna riunione o Commissione. In ogni caso il bilancio di previsione 2013 deve essere ancora approvato e le eventuali alienazioni dei beni patrimoniali del Comune dovrebbero comunque essere parte delleventuale piano di alienazione allegato. Ma questo la minoranza dei famosi esperti, evidentemente neanche lo sa. Come chicca finale, tale proposta (neanche corredata di nomi e cognomi ma solo di firme illeggibili) asseriva che la struttura del Selva dei Pini viene attualmente utilizzata da migliaia di cittadini. Ma scorda di dire, non sappiamo per quale motivo o forse lo sappiamo ma non lo esprimiamo, che tutti questi cittadini sono costretti a pagare ogni qual volta usano le strutture, nonostante siano di loro proprietà. E questo grazie alla situazione che hanno creato loro stessi. Nelle discussioni generali si è tornati a parlare di caro mensa. Largomento è comprensibilmente sentito dalla cittadinanza, tanto che è già stato argomento di ampia discussione nei vari luoghi istituzionali deputati allo scopo. Occorre distinguere due diversi dibattimenti: uno legato allaumento del costo e laltro alle condizioni contrattuali (vedi qualità del cibo). Per quanto riguarda il costo del pasto in realtà questo è diminuito rispetto allo scorso anno. Ciò che è cambiato è che lAmministrazione comunale, considerato lo stato finanziario attuale, non può più garantire la quota di contribuzione erogata nel passato in egual misura a tutti. In termini semplici il costo del pasto, che ricordiamo è diminuito, è sostenuto interamente dal cittadino e per questo si ha la percezione che sia aumentato. Ciò è legato alla difficile situazione finanziaria in cui versa lente comunale. Non si tratta di strumentalizzare la cattiva gestione amministrativa del passato ma di unanalisi oggettiva: le casse comunali sono vuote. Di contro si è cercato di bilanciare questo taglio della contribuzione ampliando le fasce di utenti interessati allesenzione parziale, proporzionalmente al reddito familiare, del pagamento del servizio. Da sottolineare che la precedente amministrazione pagava il contributo anche per chi guadagnava 40.000 euro ISEE
Per quanto riguarda la qualità del cibo, ritenuta scadente, la Consigliera Monni ha spiegato che in realtà spesso i bambini riferiscono ai genitori che il pasto stesso non è buono, probabilmente perché preparato con canoni diversi, dettati da principi di una corretta alimentazione, rispetto a quanto effettuato solitamente in casa, ad esempio utilizzo di poco sale e esclusione di fritti. Il cibo risulta così essere, al palato, meno saporito. Si deve quindi parlare di sapori diversi e non di qualità. Non dimentichiamoci che il momento del pasto non è fine a sé stesso ma va ad integrazione delleducazione formativa. E anche per questo che lamministrazione comunale non ha imposto luso dellacqua pubblica ma semplicemente adottato una buona pratica che sarebbe opportuno seguire sempre. La qualità dellacqua viene monitorata costantemente. Il bambino viene così educato allutilizzo di un bene comune che è salubre e formativo e ha un impatto ambientale non invasivo, cosa che invece non avviene con luso delle bottigliette di plastica. Nel nuovo capitolato mensa, che sarà portato in commissione a breve, sicuramente saranno incentivate la realizzazione di centri cottura (le c.d. cucine) presso le scuole stesse e condizioni contrattuali migliorative del servizio. Per quanto riguarda lillegittimità della proroga è bene fare delle precisazioni. In realtà non si è in presenza di una seconda proroga in quanto la CNS, lattuale ditta appaltatrice, ha sostituito la ditta Innova nel corso dellanno scolastico 2012/2013 in surroga, dietro ordinanza del Sindaco allora in carica. La surroga non equivale a proroga. Ecco perché non si può parlare di seconda proroga ma di prima proroga effettuata dallattuale amministrazione comunale, la quale, essendo entrata in carica l11 giugno 2013, non ha avuto il tempo tecnico di espletare il nuovo banda di gara europeo. Poiché si è verificata la necessità di garantire il servizio, vista limminenza dellinizio dellanno scolastico, non cera altra soluzione che prorogare il servizio.
M5S Pomezia