L’attacco del giorno di Donald Trump è rivolto all’industria dell’auto. Nel mirino del presidente americano ci sono ora i “manager deboli” di Ford e General Motors, secondo lui colpevoli di piegarsi alla California invece che schierarsi con la Casa Bianca sui target per le emissioni.
Le case automobilistiche hanno infatti timore di un possibile scontro con la California, uno dei maggiori mercati automobilistici americani. Così Ford, insieme a Bmw North America, Volkswagen America e Honda ha firmato un accordo con la California per la produzione di auto meno inquinanti, secondo requisiti meno stringenti di quelli voluti da Obama, ma sicuramente maggiori di quelli previsti dall’amministrazione Trump.
Trump ha dato degli “sciocchi” ai manager dei costruttori per la loro freddezza su una proposta che “ridurrebbe i prezzi delle auto per i consumatori di 3.000 dollari, oltre a rendere le vetture più sicure. L’impatto sull’ambiente sarebbe limitato”.
“I leggendari Henry Ford e Alfred Sloane si stanno rigirando nella tomba di fronte alla debolezza dei manager delle loro società che vogliono spendere di più su auto non sicure” ha tuonato il presidente americano.