Per secoli, suo malgrado, è stato al centro di leggende popolari che ne amplificavano la ferocia e la famelicità, scatenando assurde ‘rappresaglie organizzate‘, che in breve tempo lo hanno quasi portato all’estinzione. In realtà il lupo è molto meno aggressivo e feroce di come si vuol far credere. Certo mangia, e ci mancherebbe pure che non lo facesse! Ma scordatevi le scorribande filmiche di orde di lupi invasati con la bava alla bocca, che inseguono gli uomini per divorarli. Il lupo è abbastanza timido e, se fiutato per tempo, alla presenza dell’uomo fugge via. Questo tanto per chiarire subito le idee ai ‘cacciatori della domenica‘, sempre pronti ad imbracciare un fucile e a sparare. Anzi, ricordiamo anche che parliamo di una specie protetta, dunque occhio: nel caso dell‘uccisione di un lupo si incappa nel ‘penale’.
L’aggressività dei cani selvatici
Una premessa doverosa giusto per risarcire questo animale di secoli di caccia smodata quanto inutile. Un fenomeno del quale invece si parla molto meno è quello dei ‘branchi’ costituiti da cani comuni poi divenuti selvatici in seguito all’abbandono, o nati direttamente in cattività. Cani che, conoscendolo molto bene, non temono l’uomo e dunque non hanno difficoltà ad attaccarlo. Vi sono poi gli ‘ibridi‘ nati dall’unione tra una cagna comune ed un lupo, e qui, sommati, i due caratteri danno vita ad una miscela esplosiva in termini di caccia ed aggressività. Parliamo di mute che senza problemi attaccano greggi e pollai creando enormi danni. Spesso in passato, quando la tecnologia e la veterinaria erano ancora settori rari, capitava che alcuni agricoltori imputassero le loro perdite di animali incolpando i lupi, pur sapendo che in realtà si trattava invece di branchi di cani selvatici. Lo Stato pagava ed andava bene così. Oggi è differente ed ogni attacco è finemente accertato dal veterinario e, soprattutto, non ci sono abbastanza fondi per i risarcimenti.
Tornando ai lupi accade ora un fenomeno molto comune che, inevitabilmente (vedi i cinghiali), sta via via coinvolgendo sempre più razze animali: la cementificazione si espande, le riserve naturali vengono erose da rifiuti ed abusivismo, e sempre più animali sono così ‘costretti’ a convivere accanto all’uomo, cibandosi molto spesso dei suoi avanzi, dei quali i cassonetti abbondano per settimane.
Non è quindi una notizia così sconvolgente quella secondo cui, ultimamente, a ridosso della periferia romana siano stati avvistati anche dei lupi. Alcuni individui sarebbero stati segnalati a Maccarese, in prossimità del Parco dell’Appio Antica, nell’area dei Castelli Romani, presso la Riserva di Decima Malafede, e via salendo fino alla Bassa Maremma. Di contro, in coincidenza di tali avvistamenti, diverse aziende agricole avrebbero denunciato attacchi e perdite.
Confagricoltura: ibridi e randagi pericolosi
Denunciando quindi quella che a suo avviso è ormai una “situazione insostenibile”, Vincenzino Rota, presidente di Confagricoltura Roma segnala che “sono stati registrati addirittura avvistamenti e predazioni a danno degli allevamenti, in linea d’aria, a pochi chilometri dal centro di Roma”. Fortuna che Rota, dotato di buonsenso, tiene però a precisare che “i danni alle aziende agricole, tra devastazioni e uccisioni di capi di bestiame, vengono provocati ‘anche e soprattutto’ da ibridi cane-lupo o lupo-cane e randagi“.
Dunque una situazione che non chiama in causa direttamente il lupo, se non per ‘genia’, e per la quale – legittimamente – Rota invoca “azioni urgenti e indispensabili“, atte a gestire l’altrimenti incontrollata situazione, caratterizzata da questi ‘canidi’. “La popolazione di lupi va attentamente monitorata e ricondotta nei suoi areali naturali, ma va affrontato e combattuto anche il fenomeno di ibridi e randagi – aggiunge giustamente il presidente di Confagricoltura Roma – C’è una condizione di pericolo per gli animali allevati, ma pure per l’uomo, che è stata sottovalutata e richiede rinnovata attenzione politica e interventi incisivi”. Dunque, incalza ancora Confagricoltura, “non sono più accettabili le incertezze e le difformità normative che hanno caratterizzato l’operato dell’amministrazione nazionale e di quelle regionali, nonché degli enti gestori dei parchi. Una situazione che crea anche un problema di danni diretti (capi predati) e indiretti (costi veterinari, mancata produzione, ecc.) subiti dagli allevamenti. È giusto e doveroso risarcire integralmente e rapidamente i produttori e proteggerli. Confagricoltura Roma è disponibile a fornire alle autorità il proprio contributo di idee e soluzioni per affrontare al meglio questa difficile situazione”. Noi siamo d’accordo con lui se tali soluzioni tornino a vantaggi dei lupi, come già detto, per troppi secoli demonizzati senza motivo…
Max