Ha mantenuto più o meno le aspettative la ‘rotta’ intrapresa da Viale Mazzini sulla via del Festival di Sanremo edizione numero 70.
Come ha infatti confermato l’Azienda di Stato attraverso un comunicato, intanto (come più volte annunciato) Amadeus sarà non solo il conduttore ma, spiazzando un po’ tutti, anche il direttore artistico della prestigiosa gara canora. Una scelta la seconda, che ‘cozza’ evidentemente con la recente gestione ‘Baglionosa’ dove, per ovvi motivi di ‘militanza professionale’, le novità sotto il profilo tecnico-musicale sono state molte ed interessanti. Questo non significa ovviamente sminuire la figura del neo conduttore, ma tra le righe c’è il sospetto che attraverso questa scelta in qualche modo la Rai miri a mantenere saldo il controllo della manifestazione – ‘esternalizzando’ il meno possibile -sia in termini di costi, che di scelte.
Non a caso la nota diffusa nel pomeriggio spiega che quello del 2020 “Sarà un Festival all’insegna della coralità e della celebrazione, un Festival con sorprese, un Festival nel segno della storia della Rai che vedrà impegnata l’intera Azienda. Sarà questo Sanremo 70, un ambizioso evento multipiattaforma ideato e costruito dalla Rai che culminerà con le 5 serate al Teatro Ariston e che partirà da un’edizione di Sanremo Giovani che avrà un’apertura ancora maggiore alle nuove tendenze grazie anche alle sollecitazioni emerse dalla filiera musicale nel Tavolo di lavoro, tenutosi martedì scorso in Rai, e proseguirà con una serie di altri appuntamenti durante il 2020″.
Come dire, abbiamo tanto da pescare in casa e ne approfittiamo. E’ naturale che trattandosi di un’edizione ‘celebrativa’ si miri dunque alla ‘coesione’, restando in ‘famiglia’. Del resto con personaggi già ‘contrattualizzati’ come Fazio, Fiorello, lo stesso Amadeus, la Clerici all’occorenza, o personaggi come la Ventura e molti altri, è possibile metter su uno show televisivamente funzionale. Non a caso, sempre nella nota Rai si legge che “Assieme a lui, nel corso delle 5 serate, volti che hanno costruito la storia del Festival, per un racconto che si intreccerà con quello di compagni di viaggio di Amadeus, sorprese e un DopoFestival che sarà costruito all’insegna dell’innovazione”.
Premesso che il DopoFestival lascia il tempo che trova (ormai è da anni noiosissimo), ripetiamo, di questa edizione resta da capirne l’aspetto artistico.
Pacifica l’eventuale ‘presenza-passerella’ di molti degli artisti che in passato hanno concorso ad assicurare al Festival lunga vita (da Al Bano a Patty Pravo, da Ornella vanoni a Gino Paoli, e così discorrendo), o qui spuntano ‘nomi grossi’ ed inediti, o Amadeus potrebbe dare idea di condurre uno speciale invernale di ‘Ora o mai più’. Aspettiamo gli eventi….
Max