“Era il 2001 quando arrivò una lettera da un’emitente televisiva al mio manager in cui si diceva ‘Ci dispiace il pezzo è molto bello, ma il suo artista emana energie negative‘. La mia casa discografica mi rese il contratto dicendo che non riuscivano a fare promozione e quindi non avevano più a disposizione il budget per sostenermi”.
Se non fosse per la data, il contenuto indicherebbe più una situazione medievale che contemporanea. Oggi poi che, paradossalmente, la fobia da discriminazione ha assunto toni eccessivi (per non dire surreali), quanto raccontato da Marco Masini nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Non disturbare’, fa davvero accapponare la pelle. Anche perché, ‘molti ricorderanno vagamente’ (si fa per dire), in passato già un’illustre e talentuosa artista italiana ha duramente pagato sulla sua pelle simili, vergognose, illazioni: Mia Martini.
‘Anni’ di carriera, non minuti, ‘bruciati’ a causa di queste folli maldicenze, come ricorda non senza dolore il cantante-musicista toscano: “Non potevo entrare neanche al bar, vedevo la gente che si toccava. Mi sentivo disarmato, perché questa è un’arma letale che ti fa fuori. Tutto questo perché, all’improvviso, una persona ha iniziato a spargere la voce del fatto che portassi sfortuna. Io non credo nella cattiveria della gente. Non credo di essere stato odiato, perché la cattiveria deriva dall’odio. Questa cosa è iniziata per scherzo, tutti prendiamo in giro qualcuno. Questa persona ha iniziato a puntare il dito alle canzoni che ho cantato. C’era chi le sposava, perché pensava che sarebbero state d’aiuto a per uscire da un momento triste, chi invece chi non viveva quel momento mi ha individuato come cantante negativo, perché esprimevo dei concetti negativi. Non sono mai stato incazzato con nessuno“.
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Un fatto grave e vergognoso, rispetto al quale, per superarlo e poter continuare a credere in se stesso, nel suo mestiere, Masini ha faticato duramente: “E’ inutile arrabbiarsi e fare del vittimismo, perché non serve. Bisogna essere lucidi, freddi. Conosco solo una formula per affrontare momenti difficili: scrivere canzoni. Ed è arrivata una canzone che ha sfondato questi muri altissimi. Era ‘L’uomo volante‘ che ha vinto Sanremo nel 2004. Era una sfida per me. La cosa migliore quando succede qualcosa che ti mette in difficoltà è credere nel domani”.
Max