Home SPETTACOLI CINEMA Ci lascia George Hilton, ‘eroe’ dei Settanta

Ci lascia George Hilton, ‘eroe’ dei Settanta

Un po’ come è capitato, e capita a quegli attori magari non divenute delle star, ma comunque ‘rodate’ da anni ed anni di cinema, per loro la pre-vecchiaia in termini artistici si limita a piccoli ruoli o camei dove, a seconda del loro portamento, possono incarnare dei ‘signori fascinosi ed eleganti’ o, viceversa, ‘vecchi insofferenti ed aciduli’. Il personaggio di cui parliamo oggi o meglio, ne ricordiamo il vissuto, è George Hilton, attore di razza con un passato Western e, per l’appunto, rivisto da anziano, in ruoli comunque fascinosi o vagamente ispirati al suo charme (era ad esempio il comandante della nave da crociera filmata da Neri Parenti nel 2007).
Nato in Uruguay nel 1934, Jorge Hill Acosta y Lara, coniò il suo nome d’arte quando, nel 1955, da Montevideo di trasferisce a Buenos Aires, dove inizia a lavorare sia nei fotoromanzi, che in piccoli film locali. Poi, nel 1963, come capiterà a molti altri artisti latinoamericani che hanno trovato fortuna in Italia, anche ‘Hilton’ decice di fare il grande salto. L’aspetto lo aiuta, è un tipo tenace ma allo stesso tempo soprattutto un uomo mite e gentile. George si da da fare ed inizia ad ottenere qualche ruolo facendosi notare. La svolta arriva nel 1965 quando, in piena moda di film west e di cappa e spada, viene scelto per ‘Il corsaro nero nell’isola del tesoro‘. Subito dopo eccolo sulla falsariga di James Bond con Franco e Ciccio in ‘Due mafiosi contro Goldginger‘. Come dicevamo però sono ‘gli spaghetti western’ a dettare legge, e chi ha il fisico o ‘la faccia giusta’ ha grandi chanche. George possiede entrambe le qualità e Lucio Fulci lo affianca a Franco Nero in ‘Le colt cantarono la morte e fu… tempo di massacro’. Hilton piace e, al’ombra del Grand Canyon – si fa per dire – incarna diversi ruoli: da ‘Alleluja‘ a ‘Tresette‘, sulla scia dell’indomito eroe silente forgiato da Clint Eastwood, antesignano del genere grazie a Leone.
Con l’arrivo dei settanta il nostro cinema inizia a virare ma George non ha difficoltà a rivestire altri ruoli ed altri generi. Sicuramente favorito dal suo bell’aspetto, non trova certo problemi quando molte pellicole iniziano a ‘scardinare’ timidamente la censura (ma nulla di che, intendiamoci), ed Hilton è pronto per affascinare con ‘Il dolce corpo di Deborah‘ (di Romolo Guerrieri) e, grazie a Sergio Martino, fino al 1972 torna puntuale nei cinema ogni anno con ‘Lo strano vizio della signora Wardh‘, ‘La coda dello scorpione‘, e ‘Tutti i colori del buio‘. Impazzano i thriller del primo Dario Argento? E George c’è: esce ‘Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?‘ di Giuliano Carnimeo, dove si distingue anche una giovane Edwige Fenech. Insomma, fino agli anni ’80 (quando la tv ‘si fa cinema’ ed iniziamo a subire i ‘filmoni’ d’oltreoceano), Hilton, ormai naturalizzato italiano, riesce ad adattarsi ad ogni ‘moda del momento’: dai polizieschi tipo ‘Torino violenta‘ – gli anni del grande Maurizio Merli – alle commediole come ‘Taxi Girl‘, o facendo incursione in qualche fantavventura come ‘I predatori di Atlantide‘.
Poi purtroppo, appunto come capita, non essendo riuscito a conquistarsi un posto di rilievo tutto suo (pur lavorando molto), anche George inizia ad accusare l’agguerrita concorrenza, la maturità, ed anche i canoni estetici che, con l’avvento delle nuove generazioni, vanno via via ‘modificandosi’, lanciando altri generi di belli. Tuttavia, come ha sempre fatto l’attore di Montevideo si adatta a ciò che il mercato impone, e finisce per divenire ‘uno’ del cast, comparendo in telefilm o film stagionali come ‘Abbronzatissimi‘, ‘Abbronzatissimi 2 – Un anno dopo‘, ed in qualche miniserie. Come dicevamo, l’ultimo ruolo dove riesce ad ottenere abbastanza sequenze risale al ‘Natale in crociera‘, di Neri Parenti.
Domenica sera infine George ci ha lasciati, dopo un lungo ricovero in una clinica romana. Come ha comunicato – per volontà dell’attore – la sua grande amica Carlotta Bolognini, i funerali saranno celebrati domani pomeriggio alle 16.30 nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo.
Max