In occasione delle celebrazioni del 74mo anniversario della Liberazione dal nazifascismo e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte parlato di libertà e della necessità di uomini e donne libere che ancora oggi lottano, ispirati da grandi dimostrazioni eroiche che sopraggiungono dal passato, contro abusi e soprusi. Ad esempio, quella di Teresio Olivelli.
Mattarella, elegia a Teresio Olivelli, partigiano ucciso nel lager di Hersbruck
E alle parole del partigiano ucciso nel lager di Hersbruck che Mattarella si ispira, asserendo che alle minacce possiamo rispondere con le parole di Teresio Olivelli: Lottiamo giorno per giorno perché sappiamo che la libertà non può essere elargita dagli altri. Non vi sono liberatori. Solo uomini che si liberano”. Per Mattarella è fondamentale continuare a celebrare il ritorno alla libertà e appunto la liberazione dal fardello della dittatura. “Festeggiare il 25 aprile significa celebrare il ritorno dellItalia alla libertà e alla democrazia, dopo ventanni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni. Significa ricordare la fine di una guerra ingiusta, tragicamente combattuta a fianco di Hitler. Una guerra scatenata per affermare tirannide, volontà di dominio, superiorità della razza, sterminio sistematico”, ha detto il Presidente Mattarella, che poi ha proseguito. “Se oggi, in tanti, ci troviamo qui e in tutte le piazza italiane è perché non possiamo, e non vogliamo, dimenticare il sacrificio di migliaia di italiani, caduti per assicurare la libertà di tutti gli altri. La libertà nostra e delle future generazioni. A chiamarci a questa celebrazione sono i martiri delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di SantAnna di Stazzema e di tanti altri luoghi dItalia; di Cefalonia, dei partigiani e dei militari caduti in montagna o nelle città, dei deportati nei campi di sterminio, dei soldati di Paesi lontani che hanno fornito un grande prezioso contributo e sono morti in Italia per la libertà”. Sergio Mattarella, insieme al Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, aveva deposto una corona dalloro allAltare della Patria; presenti alla cerimonia il Presidente del Consiglio Conte, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi, i Vertici militari e autorità locali oltre al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e la sindaca di Roma, Virginia Raggi.