Lutto in casa Atalanta, morto Mino Favini

    Una vita spesa nel calcio e nella ricerca del talento. Così è vissuto Mino Favini, storico responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, cui con cui ha vissuto in simbiosi per quasi un quarto di secolo. Favini è stato un patrimonio per l’intero calcio italiano, non solo quello legato alla società nerazzurra. Ha scovato giovani talenti e li ha cresciuto come avrebbe fatto un padre. Si è spento nella giornata di oggi ad 83 anni, a seguito di un ictus che lo aveva colpito alcune settimane fa e che gli aveva tolto le ultime energie residue. Da calciatore è stato un centrocampista di qualità, ma il meglio di sé lo ha dato da talent scout: tantissimi i giovani scoperti e lanciati da Favini, che ha contribuito in maniera importante all’accrescimento del valore del vivaio dell’Atalanta, considerato uno dei migliori dell’intero panorama calcistico italiano. 

    Favini, quanti talenti scovati 

    Da Zambrotta a Zaza, generazioni di campioni scovati e cresciuti da Mino Favini, considerato un guru dei vivai italiani. Molteplici gli esempi: a partire da Domenico Morfeo, che Favini ha sempre considerato il giocatore più talentuoso con cui abbia mai avuto a che fare. Un talento forse mai sbocciato del tutto. Anche Riccardo Montolivo è stato scoperto dallo stesso Favini: il centrocampista dopo essere passato dall’Atalanta ha vestito le maglie di Fiorentina e Milan. Un po’ l’itinerario compiuto da Pazzini, altro talento cresciuto da Favini. Che ha scoperto l’attuale attaccante del Torino Simone Zaza, che dopo essere passato anche per la Juve non è riuscito a confermare al momento le sue grandi doti. Discorso diverso invece per Zambrotta, capace di vincere tutto con il Milan e con la nazionale italiana, inutile ribadire che a lanciarlo sia stato lo specialista Favini.