Gli investigatori hanno rivelato il nome del faccendiere che sarebbe legato allaccusa di corruzione rivolta ad Armando Siri: si tratta di Paolo Francesco Arata, 69 anni, professor ed ex parlamentare di Forza Italia. Secondo il filone di Palermo dellinchiesta, Arata avrebbe intessuto una relazione di affari con Nicastri, il “re delleolico” in Sicilia, attualmente ai domiciliari per sospetti rapporti con il boss Matteo Messina Denaro. Bloccato a casa, limpreditore sarebbe comunque riuscito a mandare avanti i propri interessi, proprio grazie al faccendiere ed altri soggetti “testa di legno”: la classica punta delliceberg che ha portato alla luce lintera storia, e che oggi ha reso pubblico anche linteressamento del sottosegretario Siri.
Nicastri ed Arata: la rete per spianare la strada alleolico
Oltre a Paolo Arata, anche suo figlio Francesco è oggetto di indagine. Luomo, secondo gli investigatori, si sarebbe trasferito in Sicilia proprio con lobiettivo di gestire le relazioni con limprenditore Nicastri, attraverso suo figlio Manlio, anche lui indagato per intestazione fittizia. In realtà sono numerose le personalità finite nel mirino degli investigatori, proprio in virtù dei legami con il sodalizio degli Arata e dei Nicastri. Un articolato giro di interessi e di mazzette: fra questi lex dirigente dellassessorato Energia, Alberto Tinnirello e nuovo capo del Genio civile di Palermo, indagato per corruzione insieme al suo ex collega di assessorato Paolo Causarano. Le somme di denaro che avrebbero riscosso, sarebbero servite proprio per risolvere le pratiche per conto di Arata. Indagato anche, per unaltra mazzetta, un funzionario del Comune di Calatafimi, Angelo Giuseppe Mistretta, anche in questo caso operazioni mirate a spianare la strada per gli impianti eolici del gruppo Arata-Nicastri. Sono soltanto alcuni dettagli della complessa rete che emerge dalle indagini, e che rappresenta un vero e proprio smottamento per tutta la Regione Sicilia. “E emerso che Arata ha trovato interlocutori allinterno dellAssessorato allEnergia – ha dichiarato la procura di Palermo – tra tutti lassessore Pierobon, grazie allintervento di Gianfranco Miccichè a sua volta contattato da Alberto DellUtri (fratello di Marcello). Poi, quando lepicentro della fase amministrativa diveniva lassessorato al Territorio e Ambiente – specificano i pm – Arata è riuscito ad interloquire direttamente con lAssessore Cordaro e, tramite questi, con gli uffici amministrativi di detto assessorato, dopo aver chiesto unintercessione per tale fine a Calogero Mannino”.