Chi fa sport mangi un panino ed eviti gli integratori

    “L’alimentazione conta 10 sia nello sportivo professionista che nel dilettante, perché entrambi vogliono avere il massimo rendimento possibile. I pilastri fondamentali della buona salute e della prestazione fisica sono tre: alimentazione, allenamento e riposo. Tutto parte dalla corretta alimentazione perché il nostro organismo ha bisogno della giusta quantità di calorie, acqua e del giusto mix di carboidrati semplici e complessi, proteine e grassi. Tutto nelle giuste proporzioni. Ad esempio carboidrati e proteine aumentano proporzionalmente all’aumentare dell’esercizio fisico. E i carboidrati dovrebbero aumentare sempre più delle proteine, in un rapporto di 3 a 1 o anche 4 a 1”.
    Ad affermarlo, in coincidenza del seminario romano del Coni intitolato ad ’Il ruolo della nutrizione nello sport’, è un ‘signor esperto’ come Michelangelo Giampietro, docente presso la Scuola dello sport del Coni e, oltretutto, docente della Scuola di specializzazione in medicina dello sport e dell’esercizio fisico all’Università Sapienza di Roma.
    Premessa l’indiscutibile unicità della cosiddetta mediterranea, spiega l’esperto, che sia a livelli professionistici, ma anche dilettantesco, per quanti si cimentano in uno sport, supponendo una scala da 1 a 10, l’alimentazione sana “conta 10” perché, aggiunge Giampietro “il nostro organismo ha bisogno della giusta quantità di calorie, di acqua per mantenersi idratato e del giusto mix di carboidrati semplici e complessi, proteine e grassi”. Questo per arrivare al ‘succo’ della notizia: in poche parole è sicuramente molto meglio mangiare un panino che assumere gli integratori. Anche perché, illustra ancora il docente, “in quelli in commercio non c’è nulla di più di quanto sia già possibile trovare negli alimenti di uso comune”. 
    Qui si tocca il tasto dolente, vista l’enorme crescita commerciale nel settore, che negli ultimi anni hanno registrato gli integratori, soprattutto nelle frequentatissime palestre (soprattutto dai più giovani), e nei centri sportivi.
    “Consiglio di evitarli – avverte ancora Giampietro – non perché facciano male di per sé, ma perché in quelli in commercio non c’è nulla di più di quanto sia già possibile trovare negli alimenti di uso comune. Ovviamente dobbiamo seguire una dieta bilanciata e pensata per l’attività sportiva. Per fare qualche esempio, un panino con la bresaola o con la fesa di tacchino è meglio di aminoacidi e integratori in polvere. Molti integratori sono fatti con il siero di latte, sarebbe meglio mangiare pane e ricotta. E ancora, dopo l’allenamento un perfetto integratore naturale è il minestrone all’italiana: verdure di stagione, legumi, pasta, olio a crudo e una bella spolverata di parmigiano. Volendo anche un po’ di pesto alla genovese”.
    In tal senso dunque, la dieta mediterranea “è sempre la scelta migliore, indipendentemente dallo sport praticato. Prima di tutto perché la letteratura scientifica conferma senza alcun dubbio gli effetti benefici sulla salute. Inoltre, questa dieta è varia e ricca di tutti i nutrienti necessari per chi fa sport. La pasta, ad esempio, è un alimento consigliato. Con sughi più leggeri prima di una gara e con sughi più elaborati – perché no, anche una carbonara – per il pasto serale o dopo l’allenamento”.
    Max