Alcol, droga e tabacco ai minori: ecco indagine Moige che diffonde dati allarmanti circa l’accesso che i minori hanno verso droga, alcol e tabacco. Una importante indagine Moige diffonde dati allarmanti circa l’accesso che i minori hanno verso droga, alcol e tabacco. ’Prodotti’ venduti ai Minori che, secondo il Moige vede la complicità dei venditori nelle cattive abitudini dei figli. Ecco nel particolare cosa il Moige ha riscontrato.
Pub, discoteche e bar (64%), sono il principale accesso allalcol dei nostri figli, mentre il 65% dei rivenditori non ha controllato la loro età. Gravissimo il dato che segnala che quasi la metà (48%) dei venditori di alcolici continua a somministrare alcol, nonostante lo stato di ubriacatura del minorenne. Il 40% del tabacco ai minori viene venduto nelle tabaccherie, mentre il 15% dichiara di avere accesso ai distributori automatici che vendono senza chiedere tessera. Mentre nei negozi che vendono la sigaretta elettronica, il 78% ha venduto ricarica di nicotina al minore, senza verifica età. In 7 cannabis shop su 10 erano assenti indicazioni relativamente alluso del prodotto da collezione non adatto alla combustione e in ben il 68% dei rivenditori (quasi 7 su 10) dei cannabis shop hanno venduto il prodotto nonostante fossero minorenni. Rispetto al gioco dazzardo, al 62% dei minori non è stato mai chiesto il documento per verificare letà ed in un caso su due il rivenditore non si è rifiutato di farlo giocare dazzardo.
Oltre 3 minori su 4 non hanno alcun filtro parental control sui propri device per impedire laccesso ai siti porno. Solo il 15% dei rivenditori di connessione hanno avvertito del rischio pornografia utilizzando i device con le loro connessioni. Ben il 56% dei rivenditori dei videogiochi vende ai minori dei videogiochi 18+ cioè con contenuti violenti o volgari.
Obiettivo della ricerca è stato quello di conoscere il fenomeno della vendita, da parte degli adulti, ai minori dei prodotti vietati dalla legge come Alcol, Tabacco, Cannabis, Giochi dazzardo, Pornografia ed autoregolamentati come i Videogiochi 18+.
Lindagine del Moige apre uno squarcio molto ampio e decisamente preoccupante ed evidenzia la necessità di agire con urgenza per la tutela dei minori, rilanciando anche il tema dei controlli. Occorrono interventi normativi più stringenti verso chi compie atti così miserabili verso un minore. Come Presidente di Commissione intendo, quindi, garantire un concreto e vigile supporto alle iniziative parlamentari nella individuazione di regole efficaci e inderogabili, per ricordarci che la tutela dei minori non è un optional per un Paese come lItalia che deve ripartire puntando sui più piccoli: il senso stesso della vita futura, ha affermato la Sen. Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.
Sono dati molto gravi e preoccupanti che fanno emergere un grande pericolo per la tutela dei nostri figli. Occorre ripensare e ridefinire il sistema di sanzioni, controlli e formazione. Limpegno a proteggere i minori non può essere confinato solo in famiglia, ma riguarda tutti coloro che producono tali prodotti nocivi ai minori, che devono attivarsi fattivamente per garantire che non vadano a finire nelle mani dei nostri figli, ha dichiarato Antonio Affinita, direttore generale del Moige – Movimento Italiano Genitori
Lindagine, curata prof. Tonino Cantelmi dellUniversità Europea di Roma, insieme al suo team, riguarda un campione di ricerca di 1.388 minori tra gli 11 e i 17 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con unetà media di 14 anni. Rispetto alla collocazione geografica: 30% dal Centro Italia, 21% dal Nord Italia, 49% dal Sud Italia. I minorenni acquistano alcolici, principalmente, in pub o discoteche (41,5%) o nei bar (23%), al supermercato (18,5%), al ristorante (7%) o allalimentari (2,4%).
Da parte dei rivenditori non emerge una particolare attenzione al rispetto della normativa di tutela dei minori considerando che solo il 14% del campione ha visto il cartello di divieto di vendita nei locali; mentre il 33% non lo ha visto in nessun locale e il 15% solo in alcuni. Ma appare molto più preoccupante che circa 2 volte su 3 (65% dei casi) nessuno ha controllato letà al momento dellacquisto della bevanda alcolica e nel 38% dei casi, nonostante sia stata verificata la minore età dellacquirente, gli esercenti non si sono rifiutati di vendere le bevande alcoliche. Inoltre, ancora più grave, nel 48% dei casi i venditori hanno continuato a vendere alcolici nonostante il visibile stato di ubriachezza degli under 18.