Con la possibilità che un giorno ci porteremmo un uomo (così come abbiamo fatto con Buzz Aldrin e Neil Armstrong sulla luna) , nel frattempo è trascorso il secondo tempo terrestre, visto che sono ormai 15 anni che il rover Opportunity staziona su Marte. Era il 25 gennaio 2004 quando la Nasa lo lanciò per circumnavigare Marte insieme al suo compagno Spirit, decollato tre settimane prima ma rimasto intrappolato nella sabbia nel 2010 per essere poi vedersi linterruttore spostato su off l’anno seguente. Intanto “Oppy” tagliava invece il traguardo di studio di dati battendo la concorrenza della sonda Viking 1, operante su Marte per più di sei anni.Nel 2018 però cè stata uninterruzione della ricerca: a giugno una tempesta di polvere ha ostacolato Opportunity bloccando il segnale per giorni e ancora adesso l’Agenzia spaziale degli Stati Uniti sta tentando in tutti i modi di ripristinare la connessione.Le probabilità però diminuiscono sempre di più per ogni giorno trascorso, dice John Callas, project manager della missione al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. Anche se il ’’bottino’’ ottenuto da Opportunity in questo periodo di esplorazione è un archivio ricco di dati e informazioni che ancora oggi viene analizzato per comprende quanto il pianeta rosso possa permettere di accogliere forme di vita intelligente. Come evidenzia Callas: “Quindici anni sulla superficie di Marte sono una testimonianza non solo di una magnifica macchina di esplorazione, ma del gruppo che si è dedicato al rover e che ci ha permesso di espandere le nostre scoperte”. L’ultimo segnale di Opportunity con la Terra è datato 10 giugno 2018, quando i zeffiri di Marte si sono alzati così tanto a tal punto da offuscare il Sole e il rover, che si alimenta a energia solare, e quindi non è stato in grado di ricaricare le pile. Due mesi fa la Nasa ha lanciato Insight, la nuova sonda con strumenti scientifici più avanzati che ha già raccolto l’eredità di Opportunity.