La gente va in pensione per fare quello che vuole. Io faccio ciò che devo perché se facessi quello che voglio mi metterei a imparare il cinese”, questo era il dictat di Vivienne Westwood in cinquantanni di carriera della moda british. Vivienne Westwood è stata unicona fashion e una figura a cui ispirarsi per più di una generazione e a 78 anni suonati usa la bicicletta per muoversi a Londra e lotta contro il riscaldamento globale e il peggioramento dellaria. Nella pellicola Vivienne Westwood. Punk, icona, attivista di Lorna Tucker, al cinema dal 20 febbraio distribuito da Wanted e Feltrinelli Real Cinema, si narra della complicata personalità di questa stilista che a cinque anni sapeva già realizza un paio di scarpe e a dodici un capo. “Lho filmata per tre anni ma la conosco da molto più tempo – dichiara la regista, unex modella con un vissuto complicato, scappata di casa da adolescente, viveva per strada e si drogava – quello che mi ha fatto innamorare di lei è il suo essere genuina e determinata, così vera e così forte. Nonostante sia in là con gli anni, è così sexy e il fatto che sia riuscita a rompere il soffitto di cristallo diventando unimprenditrice di successo in un mondo di uomini mi ha molto colpito”. Il lavoro sul set, dice ancora la Tucker, “è iniziata prima della rivoluzione Metoo ma lei ha veramente la capacità di ispirare gli altri. Volevo che la gente conoscesse la sua storia, particolarmente significativa nel momento in cui attraversiamo una crisi economica in cui si tagliano fondi per salute e educazione”. Westwood ha fatto nascere il suo stile dal nulla. “Non aveva soldi, non aveva sponsor – racconta Tucker – realizzava gli abiti sul tavolo della cucina, di notte. Per anni, agli incontri con i professionisti, hanno riso di lei.