Abruzzo, Pd frena emorragia verso M5S

    Dopo l’esito delle elezioni in Abruzzo, istituto Cattaneo: finita l’emorragia dei voti Pd verso il Movimento 5 Stelle. Il riscontro delle regionali ha dimostrato che una parte dell’elettorato grillino, secondo questa interpretazione, si sia spostato anche verso il Pd oltre che verso la Lega.
    L’istituto Cattaneo ha ribadito appunto che questo risultato implica la fine della emorragia dei voti Pd verso i 5S, che di fatto sono i principali sconfitti, rispetto al Marzo scorso, di questo voto regionale.
    L’analisi delle urne è evidente. A vincere è stato senz’altro il centrodestra. L’Istituto Cattaneo ha messo in primo piano i confronti tra i dati odierni e quelli delle ultime consultazioni nella regione. E pare subito palese il boom di Salvini accanto al calo significativo dei Cinquestelle. Al contempo i flussi di voto dimostrano come la dispersione e la perdita dei voti del Pd che era stata definita come una vera e propria emorragia in favore dei M5S, sia sostanzialmente finita. I di voti dal Pd sono aumentati rispetto ai 5Stelle e il Movimento ha pagato oggi ciò che era il suo vanto fino a qualche tempo fa: il recupero di fasce spesse di elettori sia dal centrodestra che dal centrosinistra.
    Del resto si evidenza anche come gli elettori Pd delusi non abbiano scelto il M5S ma appunto, la Lega. Confrontando i dati delle regionali 2019 con quelli delle politiche del 4 marzo 2018, l’Istituto Catteneo mostra che dall’humus elettorale del Pd esca poco flusso verso il M5S Marcozzi.
    Dal punto di vista dei commenti nel merito, uno dei più netti è stato quello di Zingaretti.
    Il candidato alla segreteria del Pd con il più alto indice di gradimento dei recenti votanti, ha detto che il risultato è “un segnale per la nostra unità”.
    Per il Pd dall’Abruzzo non arriva certo un risultato da applausi, ma per Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato per la leadership Pd queste regionali abruzzesi hanno indicato che “arriva una indicazione che la strada è ancora lunga, ovviamente, ma è giusta”. Occorre per lui però “radicare socialmente e culturalmente e con una proposta di governo le nostre forze, allargare e costruire un nuovo centrosinistra”. Si registra anche il commento di Gentiloni: “Serve fare del Pd il pilastro di una coalizione, oppure, nel caso delle europee dove non si corre con le coalizioni, di una lista la più vasta possibile”. Mentre Calenda pensa alle Europee: “Bisogna ripetere alle elezioni europee l’esperienza del centrosinistra che in Abruzzo ha saputo ’andare oltre il Pd’, guidato da un candidato forte che potrebbe essere Paolo Gentiloni”.