Venezuela nel caos: Guaidó si proclama presidente. E mentre Usa, Canada e diversi Paesi dell’America latina riconoscono la carica di Guaidò, nel Venezuela un clima di caos si alza dopo la proclamazione. Sono infatti decine di migliaia ile persone in piazza nella capitale del Venezuela Caracas e nelle altre città più grandi, e già ben tredici morti negli scontri che sono seguiti alla caotica situazione scaturita dopo la proclamazione di Guaidò.
E mentre Tusk sostiene il leader e Trump dichiara tutte le opzioni sono sul tavolo”, Maduro si affaccia dal balcone del palazzo presidenziale e tuona: via gli americani entro 72 ore. Dopodiché chiama il Venezuela alla mobilitazione per un popolo “agguerrito e combattente”.
Alle stelle dunque la tensione in Venezuela dopo che il giovane Juan Guaidó, leader dell’Assemblea nazionale, si è autoproclamato presidente “pro tempore” del Paese. In piazza, davanti ai sostenitori riuniti a Caracas, Guaidó ha sfidato pubblicamente Nicolás Maduro, che non più tardi di due settimane fa si era insediato per il secondo mandato presidenziale. In realtà l’opposizione politica del Venezuela non ha mai riconosciuto come legittimo l’esito delle elezioni e anche diversi Paesi considerano illegittimo il leader chavista.
Di fronte alla tensione crescente ed alla provocazione subita, intanto, Maduro ha reagito, come detto, affacciandosi dal balcone del palazzo presidenziale di Caracas e ha tuonato: “Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez. Siamo in questo palazzo per volontà popolare, soltanto la gente ci può portare via”, per poi intimare ai diplomatici americani di lasciare il Paese entro 72 ore. Maduro ha anche perentoriamente chiamato in causa l’esercito in nome della compattezza nazionale. Il ministro della Difesa venezuelano, generale Vladimir Padrino Lopez, ha pubblicato intanto un tweet dichiarando che le Forze Armate “non accettano un presidente imposto da oscuri interessi o che si è autoproclamato a margine della legge”, e dunque confermando il proprio appoggio a Nicolas Maduro.
Che, poi, sempre su twitter si è appellato al popolo: “Il popolo agguerrito e combattente rimanga in allerta, pronto alla mobilitazione per difendere la patria. Nessun colpo di stato, nessun interventismo il Venezuela vuole la pace”.