Ipotesi armi nello spazio. Negli Usa Trump punta a un rafforzamento dello scudo anti missili. La Casa Bianca pensa a laser e satelliti per contrastare le forze e i potenziali attacchi nemici. Nessuna decisione concreta, fanno sapere intanto sul tema. Ma sono ore agitate e controverse quelle che gravitano attorno alla possibilità che la amministrazione Trump vari concretamente la linea relativa ad un sostanziale rafforzamento dello scudo anti missili. Il ’nessuna decisione concreta’ è di per sé un’apertura alla possibilità che, di fatto, la decisione venga in ogni caso presa. Gli Stati Uniti e Trump dunque stanno seriamente pensando alla possibilità di uno rafforzamento delle armi nello spazio, che possa comprendere anche laser e satelliti per l’intercezzazione di missili nemici. Lo ha infatti affermato un funzionario dell’amministrazione Trump precisando che in ogni caso ancora non è sia ancora presa alcuna decisione concreta. Comunque sia che la Casa Bianca abbia in agenda un rafforzamento dello scudo anti-missili per la protezione degli Stati Uniti e i suoi interessi all’estero da eventuali attacchi, è un dato di fatto.
Questa linea operativa, inoltre, potrebbe anche comprendere da parte del governo Trump un’azione più diretta come quella di fermare i missili prima ancora che siano lanciati o nei primi minuti di volo tramite droni armati di laser. Il programma verrà analizzato dal presidente americano Trump nel corso una visita al Pentagono.
Tra shutdown, spostamento di risorse per il muro e ora la nuova strategia anti missili dunque Trump sta agitando in modo vigoroso le giornate politiche, e non solo, degli Stati Uniti. Gli uomini di Trump stanno seriamente presupponendo la possibilità di uno uso di armi nello spazio e come detto lo stesso Donald Trump ne parlerà oggi per quello che rappresenta un meeting focale sul tema della difesa antimissile degli Stati Uniti. L’obiettivo, secondo gli analisti, è quello di fornire una pronta risposta alle minacce rappresentate dai nuovi armamenti della Russia e della Cina, ma nello stesso tempo una risposta all’Iran e alla Corea del nord.