Saltare le fermate sarebbe assolutamente lecito e da tollerare per gli utenti, almeno così sembrerebbe per l Atac. Una furiosa polemica è scoppiata in rete fra cittadini e lazienda di trasporti romana, già nellocchio del ciclone per un servizio tuttaltro che impeccabile, fra mezzi fatiscenti e attese interminabili in pensilina. Per i romani utilizzare il trasporto pubblico è spesso una sgradita avventura, e ai già citati problemi si somma quello del mal sopportato “salto” della fermata, uno “sport” sempre più in voga fra gli autisti dei bus di Atac e che sembra quasi ottenere una legittimazione dai piani alti.
La rabbia “social” è partita da un post sulla pagina Facebook ufficiale dellazienda di trasporti, il quale illustrava una sorta di dialogo – barzelletta fra viaggiatore ed autista: allutente che chiede come mai sia stata saltata una fermata, il conducente risponde che semplicemente se nè dimenticato. Il tono di questo post è sembrato a molti una sorta di giustificazione per quei conducenti che sono soliti saltare le fermate, costringendo gli utenti ad aspettare il prossimo stop.
La comunicazione aziendale ha cercato di correre ai ripari e spiegare meglio lintento del messaggio: “Il post è un invito alla collaborazione tra guidatori e utenti. Il rispetto delle regole è dobbligo, siamo felici se il tema susciti subito un grande dibattito Non vogliamo giustificare alcun comportamento sbagliato da parte del nostro personale, ma solo per invitare alla riflessione “. Quindi la scusa: ci scusiamo con utenti e colleghi che si sono sentiti offesi da questo post. Lintento era quello di trasmettere un messaggio positivo di collaborazione e tolleranza reciproca. Nessuna volontà da parte nostra di giustificare comportamenti scorretti, di denigrare il lavoro dei nostri autisti, di diminuire limportanza di fare un servizio professionale e attento alle esigenze del cliente. Il nostro obiettivo è aiutare a riconciliare lazienda e i suoi lavoratori con coloro che utilizzano i trasporti pubblici su base giornaliera. Generare un dibattito costruttivo e non opposizioni sterili”. Una sorta di qui pro quo, secondo Atac, anche se il nervo dei romani, sul tema dei trasporti, rimane sempre scoperto.